Catmagwest099
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+ | '''7. Che ciò che è proibito o comandato a noi stessi, noi siamo vincolati, secondo la condizione in cui ci troviamo, a fare in modo che sia evitato o eseguito da altri, secondo i doveri propri della loro condizione.''' | ||
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+ | '''8. Che in ciò che è comandato ad altri, noi siamo vincolati, secondo la nostra condizione e vocazione, ad essere loro d’aiuto; come pure ad aver cura di non prendere parte con altri ciò che sia loro proibito.''' [[catmagwest099-5|(Commento)]]. | ||
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Current revision as of 15:47, 15 June 2011
D. 99. Quali regole devono essere osservate per la retta comprensione dei Dieci Comandamenti?
La risposta a questa domanda è suddivisa in otto punti che saranno commentati separatamente. Essa espone quali sono i criteri interpretativi dei Dieci Comandamenti.
R. Per la retta comprensione dei Dieci Comandamenti devono essere osservate le seguenti regole:
1. Che la legge è perfetta e vincola ognuno alla piena conformità dell’intera persona alla sua giustizia, ed all’intera ubbidienza per sempre, tanto da esigere la più grande perfezione in ogni suo dovere ed a proibire il peccato [anche] al minimo grado. (Commento).
2. Che essa è spirituale: essa, cioè, riguarda l’intelletto, la volontà, i sentimenti ed ogni altro potere dell’anima, tanto quanto parole, opere e gesti. (Commento).
3. La stessa cosa, ma sotto diversi aspetti, è richiesta o proibita in comandamenti diversi.
4. Laddove si esige l'adempimento di un dovere, pure si proibisce il peccato contrario corrispondente; e dove un peccato è proibito, là pure è comandato il dovere contrario corrispondente. Allo stesso modo, laddove al comandamento è annessa una promessa, pure vi si minaccia il contrario; e laddove è annessa una minaccia, il contrario vi è pure promesso. (Commento).
5. Che ciò che Dio proibisce, non deve essere fatto in alcun tempo; ciò che comanda è sempre nostro dovere di adempiere, benché ogni particolare dovere non deve essere fatto in ogni tempo [ma con discernimento].
6. Che inclusi in un peccato o dovere, sono tutti quelli dello stesso genere ad essere proibiti o comandati; insieme a tutte le loro cause, mezzi, occasioni ed apparenze d’essi, come pure ogni istigazione [provocazione] a commetterlo. (Commento).
7. Che ciò che è proibito o comandato a noi stessi, noi siamo vincolati, secondo la condizione in cui ci troviamo, a fare in modo che sia evitato o eseguito da altri, secondo i doveri propri della loro condizione.
8. Che in ciò che è comandato ad altri, noi siamo vincolati, secondo la nostra condizione e vocazione, ad essere loro d’aiuto; come pure ad aver cura di non prendere parte con altri ciò che sia loro proibito. (Commento).