Catmagwest008

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'''Che cos'è l'enoteismo? ==
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È diventato popolare nei circoli della critica biblica, supporre che l'antico Israele non fosse propriamente monoteista, ma adorando "il proprio Dio" lo contrapponesse a quello di altri popoli, ritenuti ugualmente esistenti, credendo eventualmente che il Dio di Israele fosse "più forte" o superiore agli altri. Il termine ''enoteismo'' L''''Enoteismo''' (dal [[greco antico]] {{polytonic|εἷς}} (radice ενο, "eno") {{polytonic|θεός}}, "un dio") è termine coniato da Max Müller ed indica un tipo di religiosità che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto. Le espressioni particolarmente dei Salmi sembrano appoggiare una simile teoria. L'antico Israele non credeva all'esistenza delle divinità altrui (benché "meno potenti"), ma le denunciava e condannava (spesso mettendole in ridicolo) come false ed illusorie.
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È diventato popolare nei circoli della critica biblica, supporre che l'antico Israele non fosse propriamente monoteista, ma adorando "il proprio Dio" lo contrapponesse a quello di altri popoli, ritenuti ugualmente esistenti, credendo eventualmente che il Dio di Israele fosse "più forte" o superiore agli altri. Il termine [http://it.wikipedia.org/wiki/Enoteismo ''enoteismo''], dal greco antico εἷς (radice ενο, "eno") e θεός, "un dio") è termine coniato da Max Müller ed indica un tipo di religiosità che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto. Le espressioni particolarmente dei Salmi sembrano appoggiare una simile teoria. L'antico Israele non credeva all'esistenza delle divinità altrui (benché "meno potenti"), ma le denunciava e condannava (spesso mettendole in ridicolo) come false ed illusorie.
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D. 8. Esiste forse più di un Dio?

R. No, non c’è n'è che uno solo, il Dio vivente e vero.

Riferimenti biblici

  • L'Antico Testamento proclama l'unicità di Dio. "Ascolta, Israele: l'Eterno, il nostro DIO, l'Eterno è uno" (Deuteronomio 6:4).
  • Non c'è che un solo vero Dio, tutti gli altri sono falsi. "Perciò quanto al mangiare le cose sacrificate agli idoli, noi sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno solo ... per noi c'è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui" (1 Corinzi 8:4-6).
  • Il vero Dio è il Creatore e Reggitore di ogni cosa. "Ma l'Eterno è il vero DIO egli è il DIO vivente e il re eterno. Davanti alla sua ira trema la terra e le nazioni non possono reggere davanti al suo sdegno" (Geremia 10:10-12).

Commento

Il termine tecnico che designa la fede nell'esistenza di un solo Dio è monoteismo, termine che si contrappone a politeismo, credere nell'esistenza di una pluralità di dei. Il politeismo è condannato dal primo comandamento, che recita: "Non avere altri dèi oltre a me" (Esodo 20:3).

L'ideologia evoluzionista suppone che il monoteismo sia lo stadio finale dell'evoluzione dello sviluppo delle religioni da concezioni primitive fino a quelle avanzate. Fra le concezioni primitive pone l'animismo. Animismo è attribuire qualità divine o soprannaturali a cose, luoghi o esseri materiali. Queste religioni, cioè, non identificano le divinità come esseri puramente trascendenti, bensì attribuiscono proprietà spirituali a determinate realtà materiali. Da questo, nel corso del tempo, si passerebbe al politeismo (credere nell'esistenza di più divinità trascendenti), per poi giungere al monoteismo o credenza in un unico Dio. Il pensiero moderno, però, suppone pure che dopo il monoteismo si giunga ...alla scomparsa della fede nelle divinità, per giungere al ["materialismo scientifico".

Tale concezione evoluzionista, però, è del tutto artificiosa e "idealista", ampiamente sconfessata dai fatti, nonostante il diffondersi oggi dell'agnosticismo o dell'ateismo.

  • In primo luogo, questa teoria è chiaramente contraria all'insegnamento biblico, che rappresenta l'umanità ai suoi albori che adora un solo Dio e solo più tardi, in seguito alla caduta e alla peccaminosa corruzione del cuore umano, giunge a credere nell'esistenza di molti dei (vedasi Romani 1:21-23).
  • In secondo luogo, questa teoria dello sviluppo evoluzionistico delle religioni è contraria alle evidenze stesse della storia delle religioni passate e presenti che vede diverse forme di religioni nascere, coesistere e ritornare in modo non lineare, confondendo non poco i sostenitori di queste concezioni.

Ulteriori questioni

Qual'è la differenza fra politeismo ed idolatria?

Il politeismo è la fede nell'esistenza di più dei; l'idolatria è un qualsiasi culto che si avvalga di immagini, statue o rappresentazioni plastiche del divino, comunque lo si intenda. I pagani, con i loro molti dei, sono politeisti, ma sono anche idolatri, perché rendono culto alle loro divinità per mezzo di rappresentazioni. Questo può prendere forme più crude o più "razionali", facendo uso di un idolo come "aiuto" per il culto. Coloro che rendono culto al Dio vero e vivente attraverso immagini, comunque intese, ricadono comunque nella categoria biblica dell'idolatria. Il Cattolicesimo romano giustifica le sue pratiche idolatriche con abili distinzioni comprese dagli intellettuali, ma del tutto ignorate, in pratica, dal popolo incolto, che rende culto a "santi" e "madonne" in modo esattamente corrispondente a quanto avveniva nel paganesimo antico allorché si adoravano "personaggi celesti" di ogni tipo che sovrintendevano a diversi aspetti della vita, professioni o popoli.

Che cos'è l'enoteismo? ==

È diventato popolare nei circoli della critica biblica, supporre che l'antico Israele non fosse propriamente monoteista, ma adorando "il proprio Dio" lo contrapponesse a quello di altri popoli, ritenuti ugualmente esistenti, credendo eventualmente che il Dio di Israele fosse "più forte" o superiore agli altri. Il termine enoteismo, dal greco antico εἷς (radice ενο, "eno") e θεός, "un dio") è termine coniato da Max Müller ed indica un tipo di religiosità che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto. Le espressioni particolarmente dei Salmi sembrano appoggiare una simile teoria. L'antico Israele non credeva all'esistenza delle divinità altrui (benché "meno potenti"), ma le denunciava e condannava (spesso mettendole in ridicolo) come false ed illusorie.


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