Un Millennio Presente o Futuro

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Un Millennio Presente o Futuro?

di Kim Riddlebarger

Molti Evangelici sono fermamente appassionati all’idea che un’epoca terrena millenaria avrà inizio immediatamente dopo il Secondo Avvento di nostro Signore Gesù Cristo. Poiché il premillennialismo è così dominante nei circoli delle chiese Americane, molti di coloro che incontrano il Protestantesimo storico per la prima volta sono ben sorpresi di scoprire che tutti i Riformatori Protestanti e le intere tradizioni Riformate e Luterane sono amillenariste. L’amillennialismo è quella comprensione dell’escatologia che vede il millennio non come una futura epoca d’oro, come il premillennialismo (l’epoca della chiesa trionfante), ma piuttosto come il presente corso della storia tra il Primo e il Secondo Avvento di nostro Signore (l’epoca della chiesa militante). E infatti, sono sicuro che molti lettori esprimeranno sorpresa e delusione quando apprenderanno delle mie convinzioni amillenariste. Ma sono convinto, tuttavia, che molti lettori semplicemente non comprendano il fondamentale scenario degli ultimi tempi che si trova nel Nuovo Testamento. Parte del problema è che gli autori premillenaristi dispensazionalisti hanno completamente dominato i media e le pubblicazioni Cristiane. Esistono letteralmente centinaia di libri, chiese e ministeri para-ecclesiali tutti impegnati a portare il premillenarismo e l’idea del rapimento “pre-tribolazione” alle masse. E così, posso solo deplorare il fatto che la mia tradizione abbia fatto così poco per produrre libri popolari che presentassero e difendessero l’Amilennialismo. Immagino che molti che leggono questo articolo non abbiano mai sentito l’esposizione della posizione classica sostenuta dalla chiesa riguardo al ritorno di Cristo e all’epoca del millennio.

Un altro problema incontrato quando si esamina la questione è che le sue discussioni spesso generano una gran quantità di calore ma non molta luce. Un esperto locale di profezia ha scherzato dicendo che in cielo le persone con il quoziente d’intelligenza più basso saranno gli amillenaristi. Hal “il Grande” Lindsey si è spinto fino a etichettare l’Amillennialismo come “anti-semita,” demoniaco ed eretico. [1] Non è inconsueto sentire i maestri della profezia etichettare i Cristiani amillenaristi come “liberali” o accusarli di non prendere la Bibbia letteralmente. Il risultato di queste diatribe è che i Cristiani Americani non possono che avere pregiudizi a causa di tali sventurati commenti, e molto semplicemente rifiutano del tutto (senza alcuna debita considerazione dell’altro lato) l’escatologia dei Riformatori e del Protestantesimo classico - un’escatologia che è sorprendentemente semplice, biblica, e incentrata su Cristo. E così, se doveste essere in quel campo, invece di chiudere l’articolo a questo punto, vi prego di sopportarmi, ascoltare i miei argomenti, e poi decidere da voi sulla base della Scrittura.

Sfortunatamente, è fin troppo in voga interpretare la Bibbia alla luce del quotidiano del mattino e della CNN. Si, è divertente leggere la Bibbia attraverso il filtro di ogni crisi geopolitica che sorge nel mondo moderno. Questo aggiunge rilevanza alla Bibbia, ci viene detto. Sicuramente fa vendere migliaia e migliaia di libri e rifornisce scintillanti programmi sulle TV e radio Cristiane che documentano ogni mossa della Comunità Economica Europea, e ogni possibile innovazione tecnologica che possa preparare la via per il futuro Marchio della Bestia. Questi sensazionalistici melodrammi sugli ultimi tempi innalzano la sensazione di imminenza riguardo alla venuta di nostro Signore. Si presume che diano alla chiesa uno zelo missionario. Ma per quanto possano essere affascinanti questi schemi, non credo che riflettano accuratamente i dati Biblici.

Vi è, inoltre, un effetto collaterale molto serio prodotto da questo approccio alla profezia Biblica: La Bibbia non parla più per sé stessa perché è intrecciata come un pretzel da ognuno dei suoi interpreti, i quali desiderano fare del loro meglio per mostrare che il tumulto delle nazioni descritto nel Libro dell’Apocalisse non ha nulla a che vedere con il lettore originale del primo secolo che soffriva sotto la persecuzione Romana, ma è invece in qualche modo connesso alle notizie del mattino. Quante volte possiamo dire ai nostri ascoltatori che Gesù tornerà presto (No, intendo davvero questa volta!) e poi collegare quel messaggio ad un despota di passaggio come Saddam Hussein o ad una debole figura politica come Mikhail Gorbaciov? Come possiamo evitare che coloro che hanno maggiormente bisogno di sentire del Secondo Avvento di Cristo divengano sempre più cinici riguardo al messaggio della sua venuta? Ma di nuovo, anche questo è un segno della fine dei tempi, perché verranno gli schernitori e diranno “dov’è questo ritorno che aveva promesso?” (2 Pie. 3:3-4). Com’è tragico che gli speculatori della profezia in realtà contribuiscano allo stesso scetticismo che essi stessi riconoscono come un segno della fine. La tradizione Protestante classica ha risposte utili a questi problemi, come per molte altre crisi che la Chiesa moderna sta affrontando; risposte che, in gran parte, sono state dimenticate dagli Evangelici di oggi.

Tutti i Riformatori Protestanti, se dovessero tornare per consigliarci su questi argomenti, insisterebbero che dobbiamo iniziare dalla concezione che la Bibbia stessa deve essere letta con la analogia fidei (l’analogia della fede), intendendo che si deve consentire alla Sacra Scrittura di interpretare la Scrittura. In altre parole, dobbiamo sviluppare induttivamente un modello biblico di escatologia utilizzando tutti i passi che si riferiscono al ritorno di Cristo, alla risurrezione, al giudizio, al millennio, e così via. Non dovremmo mai studiare l’escatologia semplicemente trovando versi Biblici (spesso fuori contesto) che pensiamo descrivano eventi correnti. E così, utilizzando l’analogia della fede, noi cominciamo con le chiare dichiarazioni della Scrittura riguardanti la venuta di nostro Signore e le usiamo per gettare luce sui passi che sono meno chiari. Seguendo questo metodo, possiamo chiarire molti dei bizzarri misteri fabbricati dai moderni devoti della profezia, che si ostinano ad usare i passi non chiari e difficili come modello con cui interpretare i versi chiari e certi. Se verrà seguito questo fondamentale principio ermeneutico, scopriremo presto di non poter più interpretare tutta la Bibbia secondo il Libro dell’Apocalisse. Invece, dobbiamo leggere il Libro dell’Apocalisse attraverso il resto della Bibbia. I Protestanti storici ribadirebbero anche, per esempio, che l’Apocalisse interpreta il libro di Daniele e non viceversa. Si deve consentire al Nuovo Testamento di interpretare l’Antico. Non vi è nulla di particolarmente difficile o profondo in questo, e seguire questo principio fondamentale di studio biblico facilita una più chiara comprensione della profezia biblica.

Se cominciamo dai passi chiari della Scrittura, possiamo costruire un modello molto semplice ed essenziale che ci aiuti con i passi più “strani” e complicati. Un approccio di questo tipo è noto come il modello delle “due epoche.” Sia Gesù che Paolo, per esempio, parlano di “questa epoca” e della “epoca a venire” come distinti periodi di tempo escatologici (Mat. 12:32; Lu. 18:30; 20:34-35; Efe. 1:21). Sia per nostro Signore che per l’apostolo, vi sono due epoche contrapposte. La prima epoca (detta “questa età” nel Nuovo Testamento) è il presente periodo di tempo prima della Seconda Venuta di Cristo. La seconda epoca, un periodo di tempo distinto, è descritta come “l’età a venire.” Quando queste due epoche (“questa età” e “l’età a venire”) sono poste in contrasto l’una con l’altra, noi possiamo guardare alle qualità ascritte ad ognuna dagli autori Biblici in un modo tale che ci consente di rispondere alle domande sui tempi del ritorno di Cristo e sulla natura e i tempi del millennio.

Quando consideriamo le qualità che sono attribuite a “questa età” dagli scrittori biblici, troviamo che sono menzionate le seguenti cose: “case, fratelli, sorelle, madre, figli e poderi, insieme a persecuzioni” (Mc. 10:30); “I figli di questa età si sposano e si maritano” (Lu. 20:34); il savio, il filosofo e simile sapienza sono di questa età (1 Cor. 1:20); i governanti secolari e religiosi di questa età dominano (1 Cor. 2:6-8); “il dio di questo secolo [Satana] ha accecato le menti di quelli che non credono” (2 Cor. 4:4); questa età è chiamata esplicitamente “il presente secolo malvagio” (Gal. 1:4); l’empietà e le passioni terrene sono tipiche di essa (Tito 2:12). Tutte queste qualità sono temporanee, e sono certamente destinate a scomparire al ritorno di nostro Signore. “Questa età” è l’età nella quale viviamo, ed è l’età nella quale soffriamo nell’attesa del ritorno di Cristo e delle cose migliori dell’età futura.

In netta contrapposizione, tuttavia, alla “età futura” vengono ascritte un numero di qualità completamente differenti: Non vi sarà perdono per la bestemmia contro lo Spirito Santo (Mat. 12:32); è preceduta da segni (Mat. 24:3); sarà caratterizzata dalla vita eterna (Mc. 10:30; Lu. 18:30); è anche descritta come un periodo in cui non ci si sposerà e non ci si mariterà (Lu. 20:35); e sarà anche caratterizzata dalla “vita che è vera vita” [“vita eterna” nelle traduzioni italiane, NdT] (1 Tim. 6:19). Queste qualità sono tutte eterne, e indicano lo stato delle cose e la qualità della vita dopo il ritorno di Cristo. In altre parole, queste due epoche, quella presente (“questa età”) e quella futura (“l’età futura) si trovano diametralmente contrapposte. Un’epoca è temporanea; l’altra è eterna. Un’epoca è caratterizzata dalla mancanza di fede e termina con il giudizio; l’altra è l’epoca dei credenti e appartiene ai redenti. È questa concezione della storia biblica che domina il Nuovo Testamento.

È anche doveroso notare che le stesse contrapposizioni che Gesù e Paolo fanno tra queste due età sono a loro volta collegate a quell’unico evento che le divide per sempre, il ritorno di Cristo. Questa linea di demarcazione è affermata esplicitamente nella Scrittura. “la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo…. Così avverrà alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti” (Mat. 13:39-49). Queste affermazioni sono del tipo di quei testi chiari e non ambigui menzionati prima. Notate che secondo questo testo il giudizio avviene immediatamente al ritorno di Cristo, non dopo un millennio di mille anni (come nello schema premillenarista). Questo non è il solo passo di evidenza Biblica, tuttavia, perché oltre a questo possiamo trovare affermazioni simili sul ritorno di Cristo che si adattano molto chiaramente al modello delle due età.

Secondo la Scrittura, la risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti avverrà simultaneamente. Gesù afferma esplicitamente che risusciterà i credenti “nell’ultimo giorno” (Gv. 6:39, 40, 44, 54; 11:24). Dunque abbiamo detto molto chiaramente che la risurrezione dei giusti avviene nell’ultimo giorno, al termine di questa età. Inoltre, Gesù proclama anche che “Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.” (Gv. 12:48). Notate che lo stesso evento viene descritto come il tempo del giudizio per coloro che rigettano Cristo. Aggiungete a questi importanti passi quei versi aggiuntivi che collegano la tromba di Dio all’ultimo giorno e al ritorno di Cristo. Il ritorno di Cristo avverrà “in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati” (1 Cor. 15:52; cfr. 1 Tes. 4:16). Notate che non sono indicati intervalli di tempo tra la risurrezione e il giudizio. Questi testi complessivamente parlano della risurrezione, del giudizio e del ritorno di Cristo come aspetti distinti di un unico evento, che avvengono precisamente nello stesso momento (cfr. Mat. 25:31-46). I premillenaristi, che spesso rimproverano gli amillenaristi di non prendere la Bibbia “letteralmente” e che difendono quella che loro chiamano “interpretazione letterale” della Scrittura, devono ora inserire un intervallo di mille anni tra la Seconda Venuta di Cristo (e la risurrezione) e il Giudizio Finale per fare spazio al supposto futuro regno millenario di Cristo! E questo, ironicamente, quando le chiare dichiarazioni della Scrittura non consentono simili intervalli.

Dunque, possiamo concludere che “questa età” – il periodo di tempo che Pietro chiama “gli ultimi giorni” (Atti 2:17), e che Gesù caratterizza come un travagliato periodo di guerre, terremoti, carestie e afflizioni (Mat. 24, Mc. 13) – termina con il ritorno di Cristo, la risurrezione e il giudizio “dell’ultimo giorno.” Un evento che, a proposito, Pietro descrive come “il giorno del Signore [che] verrà come un ladro; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse.” (2 Pie. 3:10). È solo dopo questo che l’età futura sarà una realtà presente e visibile. Notate che l’accento non è posto su un regno a metà strada e un’epoca temporanea in qualche modo migliore sulla terra (ovvero, un millennio futuro). Invece, l’accento biblico è sulla consumazione e la sintesi di tutte le cose con la creazione dei nuovi cieli e della nuova terra! Il ritorno di Gesù Cristo è l’evento chiave nella profezia biblica. Perché quando il nostro Signore Gesù Cristo ritornerà, la fine dell’epoca, la risurrezione, il giudizio e la creazione dei nuovi cieli e della nuova terra saranno presenti!

In questo modo il modello delle due epoche è molto semplice nella sua struttura ed è basato su testi che possono essere descritti solo come chiari e diretti. Questo ci consente di fare le seguenti conclusioni circa la natura dell’insegnamento del Nuovo Testamento sul ritorno di Cristo e sui tempi della cosiddetta “età millenaria.”

Primo, gli “ultimi giorni” ebbero inizio con la venuta di Cristo e continueranno fino al ritorno di Cristo (Atti 2:17; Ebr. 1:2). Questo periodo di tempo, “questa età,” è destinata a terminare, ed è caratterizzata dalla guerra, dalla carestia, dalla difficoltà ambientale, dalla persecuzione e anche dal martirio del popolo di Dio (Apo. 20:4-6). Sebbene vi sia ogni probabilità che queste sofferenze aumentino nel periodo immediatamente precedente al ritorno di Cristo, nessuno conosce il giorno o l’ora del ritorno di nostro Signore. Inoltre, le illustrazioni di travaglio da parto usate da Gesù molto probabilmente significano che dovremmo attenderci periodi di pace alternati a periodi di male intensificato che indurranno molti a speculare indebitamente sull’imminente ritorno di Cristo. Si tratta di dolori da parto intensi, acuti, ma non sono il parto stesso. Quindi, la nostra preoccupazione non dovrebbero essere i segni della fine, ma dobbiamo dedicarci al compito assegnato alla chiesa negli ultimi giorni: la proclamazione del vangelo del regno.

Secondo, il ritorno di Cristo chiaramente contraddistingue una fine della natura temporale della vita come la conosciamo – “la presente epoca malvagia.” Al suo ritorno, Gesù risusciterà i credenti defunti, giudicherà tutti gli uomini, e manderà i malvagi nei fuochi dell’Inferno. Gli elementi di questa terra arderanno e i nuovi cieli e la nuova terra saranno stabiliti. Questo scenario annulla completamente molta della contemporanea speculazione profetica evangelica, che sostiene un ritorno “segreto” di Cristo e il “rapimento” dei credenti (e quale testo si può addurre per sostenere che Cristo ritornerà in segreto?) ben sette anni prima del giudizio finale al ritorno fisico di Cristo. Gesù ritorna una o due volte, di cui una in segreto? Tali speculazioni non hanno senso quando sono viste alla luce dei chiari testi evangelici citati prima, che concordemente descrivono il ritorno di Cristo, la risurrezione dei morti e il giudizio dei credenti e dei non credenti come parti di un solo evento. Questo scenario distrugge anche l’idea di un futuro regno millenario di Cristo dopo il suo ritorno nel giudizio. Poiché questo supposto regno di mille anni avviene dopo che il destino eterno di tutti gli uomini e le donne è stato stabilito per sempre nel giudizio, l’idea stessa che Gesù governi un mondo in cui esistono ancora uomini e donne nei loro corpi naturali che ripopolano la Terra semplicemente non è supportato da testi chiari (ricordate quello riguardo all’assenza di matrimonio?).

Se il regno millenario descritto in Apocalisse 20 si riferisce effettivamente ad un periodo di tempo futuro, allora sorge un problema ancora più consistente. Alla fine dei mille anni, Giovanni ci dice che vi sarà una grande apostasia (una seconda caduta, se volete) mentre Gesù governa le nazioni con una verga di ferro (Apo. 20:7-10). Questa sembra molto più una cosa che potrebbe avvenire in quest’epoca, e quando la si considera sullo sfondo di un altro passo che è spesso sottovalutato (2 Tes. 2:1-12), in cui avviene una grande apostasia prima che sia rivelato l’uomo del peccato (v. 3), le prove a sostegno di un’età millenaria presente divengono ancora più forti. Poiché non possono esservi sulla terra persone nei loro corpi naturali dopo il giudizio (che avviene al ritorno di Cristo secondo i chiari testi che abbiamo visto sopra), questi apostati possono solo essere quegli stessi credenti che Gesù ha resuscitato dai morti al suo ritorno. In altre parole, se il premillenarismo è corretto, allora i santi glorificati seguono Satana e si rivoltano contro Cristo! Ma davvero dobbiamo credere che il male non sarà definitivamente sconfitto al ritorno di Cristo – anche dove Gesù sta regnando fisicamente e il giudizio ha già avuto luogo? Ovviamente no, e questo è confutato in maniera evidente dall’analogia della fede, che ci dice esplicitamente che alla sua seconda venuta Gesù distruggerà tutti i suoi nemici e consegnerà i regni del mondo a suo Padre (1 Cor. 15:24). Studiando più attentamente, vediamo che gli eventi di Apocalisse 20 non avvengono affatto sulla terra. Inoltre, in un libro come l’Apocalisse, dove i numeri sono utilizzati sempre in modo simbolico, ha molto più senso sostenere che i mille anni simboleggiano un periodo di tempo tra la prima e la seconda venuta di Cristo, piuttosto che vederli come un letterale periodo futuro con una seconda caduta durante il governo regale di Gesù dopo il giudizio. In questo modo, l’esistenza del male e la supposta apostasia dei credenti glorificati in una futura epoca millenaria pone un problema molto difficile per tutte le forme di premillenarismo.

Terzo, e più importante, il modello delle due età pone tutta la sua attenzione su Gesù Cristo e sulla sua seconda venuta, e non su oziose speculazioni riguardanti gli eventi mondiali. Nel classico modello Protestante, il prossimo evento nel calendario profetico è il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra. In realtà, Gesù potrebbe anche tornare prima che voi abbiate finito di leggere questo articolo! Il grido escatologico dell’ortodossia Protestante è sempre stato, “Maranatha; Vieni presto Signore Gesù!” Come in molte altre cose della vita, l’approccio più semplice potrebbe essere il migliore. Il modello delle due epoche è chiaro, biblico e incentrato su Cristo. Si rifiuta di consentire che indebite speculazioni sugli eventi correnti possano snaturare il chiaro insegnamento della Scrittura. È un peccato che sia stato perduto da così tanti Cristiani.

Note

1. Hal Lindsey, The Rapture (New York: Bantam Books, 1983), pag. 30.

Autore

Il dott. Kim Riddlebarger è un laureato dell’Università Statale della California di Fullerton (B.A.), del Westminster Theological Seminary della California (M.A.R.) e del Fuller Theological Seminary (Ph.D.). Ha contribuito a capitoli di diversi libri come Power Religion: The Selling Out of the Evangelical Church; Roman Catholicism: Evangelical Protestants Analyze What Unites & Divides Us; e Christ The Lord: The Reformation & Lordship Salvation. Attualmente è pastore della Christ Reformed Church ad Anaheim, California.

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