Le parole della Bibbia

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LE PAROLE DELLA BIBBIA

Quasi in ogni sua parola la Bibbia è stata ammantata da una nube di commentari che talora ne offuscavano la luce, ma altre volte si rivelavano come una galassia di luminose stelle interpretative. I lettori dei testi biblici nei secoli hanno, infatti, inforcato le lenti ermeneutiche più sofisticate... nell’incessante sforzo di decifrare tutte le iridescenze di quelle parole. Questo caleidoscopio esegetico era per altro postulato dalla polisemia insita in quella lingua apparentemente così povera quantitativamente (tutto il lessico ebraico biblico è fatto di soli 5.750 vocaboli) e qualitativamente, perché simile alle pietre di quel deserto in cui è sbocciata... Steiner ne estrae alcune note (davar, “parola” e “atto”) e altre meno praticate, sempre attento a ricordarci, ad esempio, che le traduzioni di quelle frasi antiche nei moderni idiomi hanno sortito uno straordinario effetto generativo a livello linguistico generale: «le due principali costruzioni della lingua inglese sono, infatti, Shakespeare e la Bibbia di re Giacomo». A tal punto che un altro celebre traduttore inglese come William Tyndale giungeva a scrivere che «la lingua greca (biblica) si accorda più con l’inglese che col latino, e le proprietà dell’ebraico s’adattano mille volte più all’inglese che alla lingua latina» della celebre Vulgata di Girolamo.

B Gianfranco Ravasi - Moby Dick, Trotzkij, i Khmer rossi: la Bibbia parla della modernità, Corriere della Sera, 5/5/2012 - p. 55.

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