La dottrina della predestinazione renderebbe Dio colpevole di favoritismo?

From Diwygiad

La dottrina della predestinazione renderebbe Dio colpevole di favoritismo?

Quando sosteniamo la dottrina della predestinazione o meglio, della “elezione incondizionata”, ci si accusa spesso che in questo modo renderemmo Dio colpevole di favoritismo, uno che ha “riguardi personali” mentre la Scrittura attesta ampiamente il fatto che Dio non ha riguardi personali, non fa alcun favoritismo.

Diciamo subito come queste critiche sollevino questioni morali e non esegetiche. Le sacre Scritture, infatti, proclamano inequivocabilmente la dottrina della salvezza PER SOLA GRAZIA (cfr. ad esempio Efesini 1:3-4; Romani 9). Contestare qualcosa che sia presente nelle Scritture mettendolo in questione dal punto di vista morale, il meno che si possa dire è che si tratta di un’argomentazione piuttosto fragile. In ogni caso, rimane importante verificare se questa accusa sia fondata oppure meno. Per fare questo dobbiamo prima comprendere in che modo la Bibbia fa uso del concetto di “riguardi personali”.

Ecco un vasto campione di testi biblici che fanno riferimento a questo concetto: "Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali e non prenderai nessun regalo, perché il regalo acceca gli occhi dei savi e corrompe le parole dei giusti" (Deuteronomio 16:19); "Ora, il timor del SIGNORE sia in voi; agite con prudenza, poiché presso il SIGNORE, nostro Dio, non c'è perversità, né favoritismi, né si prendono regali" (2 Cronache 19:7); "Anche queste sono massime dei saggi. Non è bene, in giudizio, avere riguardi personali" (Proverbi 24:23); "Avere dei riguardi personali non è bene; per un pezzo di pane l'uomo talvolta diventa colpevole" (Proverbi 28:21); "E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l'opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno" (1 Pietro 1:17); "Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali" (Atti 10:34); "...perché davanti a Dio non c'è favoritismo" (Romani 2:11). "Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da favoritismi. Infatti, se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d'oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: «Tu, siedi qui al posto d'onore»; e al povero dite: «Tu, stattene là in piedi», o «siedi in terra accanto al mio sgabello», non state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a ragionamenti malvagi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? 6 Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi quelli che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? 7 Non sono essi quelli che bestemmiano il buon nome che è stato invocato su di voi? Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene; ma se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori" (Giacomo 2:1-9).

Di che cosa parlano questi testi sia dell’Antico che nel Nuovo Testamento? Chiaramente essi ammoniscono il credente contro la parzialità o il favoritismo, perché essi dichiarano che Dio non mostra né parzialità né favoritismo. La cosa più importante è che, in ciascuno di questi casi, esso significa che né noi né Dio riserviamo un trattamento speciale ad una persona sulla base della sua posizione, merito, ricchezza, influenza, condizione sociale, autorità o popolarità. E’ così che “non avere riguardi personali” significa che non dobbiamo favorire una persona rispetto all’altra sulla base di un QUALSIASI tratto superiore che vi sia nella persona favorita e, allo stesso modo, non dobbiamo avere pregiudizi verso coloro che mancano di queste caratteristiche.

Quando così Dio incondizionatamente elegge una persona in Cristo, forse che determina chi sceglierà sulla base della sua posizione, ricchezza, bell’aspetto, influenza ecc.? No. Per definizione “elezione incondizionale” significa non condizionata. Essa non è condizionata da ALCUNCHE’ vi sia in noi o nemmeno vi si trovi anche solo potenzialmente. Dio non ci guadagna nulla a favorire qualcuno rispetto ad altri, anche da coloro che sono in posizione più elevata, perché, tanto per precisare, è stato Dio a dare loro quella posizione, ricchezza, autorità  o condizione sociale. Senza alcuna ambiguità, quindi, la Bibbia insegna che Dio, nell’elezione, non ha riguardi personali.

Coloro che sovranamente Dio ha deciso di concedere la grazia della salvezza, sono scelti "in Cristo" non perché Dio pensi di avere un qualche vantaggio aiutando loro e non altri. Dio non ha bisogno di queste cose. Per definizione, quindi, la Sua scelta non può essere macchiata da tale motivazione. Notate, però, in quanto afferma Giacomo. Proprio quando ci esorta ad essere immuni da favoritismi, egli afferma: "Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo?". La domanda di Giacomo è retorica, naturalmente, perché Dio di fatto ha scelto i poveri secondo il mondo... vale a dire coloro che sono spiritualmente in bancarotta, che hanno perduto ogni speranza in loro stessi... Dio, così, non cerca di trarre dei benefici da coloro che già "possiedono", ma mostra speciale attenzione e cura verso coloro che "non possiedono", sono vuoti ed impoveriti. Dio, quindi, non cerca qualcosa nella gente, ma la mancanza di qualcosa. Secondo la Bibbia, quindi, mostrare speciale favore, favorire, i poveri, è l’antitesi stessa di ciò che cosa implica il favoritismo o avere dei riguardi personali. Dio manifesta la Sua misericordia verso coloro che non meritano misericordia ed i poveri lo riconoscono. Pure l"apostolo Paolo dice la stessa cosa: "Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio". Poi, nella linea seguente, Paolo mette in rilievo la grazia incondizionale di Dio: "Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore»" (1 Corinzi 1:27-31). Notate pure come qui Paolo persino renda questo concetto un motivo di vanto, cioè il riconoscere come la salvezza sia grazie solo a Cristo.

Facciamo un passo avanti: possiamo facilmente dimostrare che, di fatto, sono proprio coloro che difendono l’elezione CONDIZIONALE a rendere Dio parziale, uno che ha riguardi personali. Questo è perché, se fosse vero che ad avere ispirato la decisione di Dio ad eleggere il Suo popolo siano l’assolvere di certe condizioni da Lui stabilite, allora la Sua scelta sarebbe basata sulla sapienza, prudenza, sano giudizio o buon senso di coloro che giungono alla fede. Egli, quindi, guarderebbe al carattere o al merito di quella persona e la sceglierebbe su quella base. La Bibbia, al contrario, dichiara che noi tutti meritiamo solo il peggio e, come tali, Dio si riserva il diritto di avere misericordia di chi vuole, il che non è basato in alcun modo sulla volontà della carne (Giovanni 1:13; Romani 9:15-16). Se Dio basasse la Sua decisione su chi sa che un giorno giungerà alla fede, allora è questo, di fatto, che renderebbe Dio uno che ha riguardi personali, perché queste persone risponderebbero ai criteri di Dio per poter essere scelte. Favorirebbe i così i peccatori che hanno fede ed escluderebbe gli altri. Comunque lo si giri, la fede diventerebbe un merito che ci guadagna la grazia della salvezza. La Bibbia, però, dichiara che la grazia della salvezza sia incondizionale.

È davvero ironico che proprio coloro che criticano la predestinazione siano proprio loro a rendere Dio uno che fa riguardi personali proprio quando trasformano l’elezione in "condizionale". È il sinergista a credere che Dio mostri favoritismo o parzialità perché la salvezza allora si baserebbe se o no quella persona meritevolmente adempia alle condizioni previste per poter essere scelto, vale a dire la fede. Nel sinergismo l’amore di Dio per il Suo popolo non è incondizionale, ma basato su se qualcuno si trova nelle giuste condizioni... vale a dire, se qualcuno ha fede oppure no. Egli li sceglierebbe solo se credono in Lui. Non è questo favoritismo?

Questo amore condizionale è molto diverso da quell’ amore che ci aspetteremmo da un genitore nella vita di tutti i giorni. Pensate: amate i vostri figli perché fanno qualcosa per voi? Naturalmente no. Non li amereste ancora anche quando fanno qualcosa di sbagliato? Naturalmente sì. Amereste vostro fuglio soltanto se egli provasse, mostrasse evidenze, di amarvi e di avere fiducia in voi? È importante trarre da questa analogia della vita di tutti i giorni mostrare quanto irragionevole sia quest’accusa contro l’elezione incondizionale.

Considerate il mondo stesso in cui viviamo. Dio, nella Sua perfetta sapienza, ed a causa della caduta, per i Suoi sovrani buoni propositi, alcune persone nascono in buone famiglie, paesi più ricchi, un corpo più sano, tempi migliori, migliori condizioni, maggiore intelligenza, ecc. Altri nascono con l’AIDS, si trovano nella fame e nella povertà. Forse che Dio non ha nulla a che fare con dove le persone nascano? Quelli che nascono nella fame avevano qualcosa da dire al riguardo? Francamente io non vedo alcun arminiano che scuota un pugno verso Dio accusandolo qui di essere ingiusto. Le condizioni che vediamo nel mondo, eppure, esistono perché fanno parte del giudizio di Dio dovuto alla caduta. Oltre tutto, tutti nascono in Adamo ugualmente colpevoli e così è perfettamente giusto che non tutti ricevano nella vita gli stessi benefici quando nascono. Se questo è vero nella vita quotidiana, perché mai dovrebbe essere illecito estendere questo concetto fino nell’eternità? E’ un’ipocrisia non riconoscere questa incoerenza.

Consideriamo poi l’esempio di Gesù stesso nella Scrittura. Gesù sceglie un tempo ed uno luogo preciso per venire sulla terra e rivelare sé stesso e non altri tempi e luoghi. Egli guarisce alcuni e non altri. Risuscita Lazzaro, suo amico, ma non tutti. C’erano altre famiglie al mondo che erano altrettanto in cordoglio come quella di Lazzaro, molte delle quali altrettanto credenti e fedeli. Secondo la ragione umana non assistita, il fatto che Gesù avesse scelto Lazzaro per risuscitarlo appare una parzialità o un favoritismo. Gesù lo risuscita perchè era un amico di famiglia? Gesù aveva di fatto la potenza per risuscitare chiunque dalla morte e voi pensereste che, se questo è così, allora avrebbe dovuto aiutare OGNI famiglia che avesse perduto un proprio caro. Questo non sarebbe stato troppo difficile per Lui. Gesù, però, non lo fa.

Definendo il favoritismo così come fanno gli arminiani, Gesù avrebbe dovuto andare in giro a guarire TUTTI i malati, senza fare alcuna distinzione e discriminazione. Oppure potreste pensare che almeno avrebbe dovuto dare a tutti la scelta se far risuscitare i loro cari oppure no. Il Gesù che la Bibbia presenta, però, non è ovviamente quello dell’arminianesimo o dell’universalismo. Egli è un Gesù che sceglie chi riportare alla vita e a chi passare oltre senza far nulla per loro. Matteo 11:27-28 dice: “Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo”. Qui ancora Gesù stesso insegna chiaramente che Egli di fatto faccia distinzioni in Matteo 20:1-16 nella parabola dei lavoratori delle diverse ore quando Egli dà un salario pieno a quei lavoratori che avevano lavorato un’ora soltanto. Che ingiustizia! Che favoritismo! Egli conclude, però, dicendo: “Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono? Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi”. Forse che questo suona come l’immagine di Dio dipinta dagli arminiani?

Alla fine, la Bibbia insegna che Dio sceglie di avere misericordia di alcuni che meritano solo il peggio estraendoli da un’intera massa di persone perdute che meritano solo il peggio. Dio non è obbligato, in alcun senso, a salvare qualcuno perché nessuno è figlio di Dio per natura, ma per grazia, quando Egli misericordiosamente li adotta nella Sua famiglia. Gli altri sono ribelli verso di Lui e Lo respingono, cosi Egli li lascia a seguire i loro desideri.

Le scelte di Dio, per definizione, sono sempre buone, anche se non riusciamo a comprenderlo. Se Dio non vi spiega in modo soddisfacente le buone ragioni che Egli ha per fare ciò che fa, lo condannereste per quello? D’altro canto, nemmeno la maggior parte di noi spiega ai propri figli tutte le ragioni per cui facciamo certe cose o scegliamo in un certo modo. Sono forse immorale se non spiego a mio figlio il motivo di tutto quel che faccio e decido? Ci sono molte risposte che potrei dargli che egli non comprenderebbe. Il figlio deve dare fiducia al proprio genitore. Un genitore terreno può sbagliare, ma certo Dio non sbaglia. “Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Luca 11:13). Dio ama il Suo popolo perchè li ama. C’è forse qualche motivo migliore FUORI ed AL DI SOPRA di Lui per il quale dovrebbe amarli? L’arminiano vorrebbe che noi pensassimo così, ma dire così vuol dire non comprendere del tutto la natura di ciò che Dio è. Noi sappiamo che Dio è sempre buono, così se egli vuole che qualcosa sia in un certo modo, quel qualcosa è giusto, sia che lo comprendiamo oppure no.

Considerate infine la vostra vita e come voi pensate di dover trattare gli altri. Va bene per voi trattare i vostri figli in modo diverso da come trattate quelli dei vostri vicini, oppure dovete trattarli esattamente nello stesso modo? La questione non è tanto se Dio faccia favoritismi, ma IN CHE SENSO Dio non fa favoritismi. Dio ha scelto Abraamo fra tutti i popoli della terra, non perchè avesse visto in lui qualcosa di buono, o perchè lui avesse meritato il suo favore, ma perchè Dio lo ha scelto. Egli salva i poveri, i maledetti ed i peccatori della terra secondo il Suo sovrano beneplacito in Cristo. Perché? Non per nulla sia in loro, ma per i buoni motivi che Lui sa e che non deve necessariamente spiegarci.

.

.

.

.

Personal tools