L'infinitamente varia sapienza di Dio

From Diwygiad

"Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno. Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?». Ora noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Corinzi 2:6-15).

La sapienza scientifica, filosofica e religiosa di questo mondo si vanta di grandi cose. Pretende di avere conseguito conoscenze occulte che poi elargisce ai suoi "iniziati", i quali "aprono verso di essa la loro mente" (e chi non lo fa è riprovato come "oscurantista"). Sono quei "maestri in gran numero" di cui parla la Bibbia, che hanno successo perché avidamente cercati da coloro che hanno "prurito di udire" (2 Timoteo 4:3). Vi è così chi "beve a piene mani" da queste fonti, sicuro di essere così partecipe di qualcosa di sconosciuto "ai comuni mortali" che normalmente non si premurano di sondarla. Si ritengono così "illuminati" e ne diventano a loro volta riconosciuti "esperti". Quando ci si affida (religiosamente!), però, a questa "scienza" (di vario tipo) ci si accorge presto o tardi, che si tratta di una sapienza fallace, la "sapienza" di ciechi che guidano altri ciechi, di fantasie che portano fuori strada.

La vera sapienza si trova in Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, Colui che ha rivelato Sé stesso attraverso la storia di Israele fino a culminare nel Suo Figlio Gesù Cristo, com'è testimoniato autorevolmente nelle Scritture dell'Antico e del Nuovo Testamento. Egli è la Parola di Dio fattasi uomo, l'eterno Logos di Dio. in Cristo "sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza" (Colossesi 2:2-3, nell'originale greco: sophia e gnosis), "la infinitamente varia sapienza di Dio" (Efesini 3:10), "le profondità di Dio" (1 Corinzi 2:10). E' al seguito di Cristo, istruiti da Lui, che noi possiamo attingere alla vera sapienza, solo in Lui. "...se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù" (Efesini 4:21).

Per questo, senza timore di apparire arrogante (lo sarà eventualmente agli occhi del mondo, ma poco importa, non temiamo di affermarlo) il cristiano istruito nella Parola di Dio può dire che Dio abbia riversato su di lui, messo a sua disposizione (attraverso il Suo santo Spirito, quello che ci è stato donato) "ogni sorta di sapienza e d'intelligenza" e di non aver più tanto bisogno della sapienza di questo mondo, della sapienza umana. Sicuramente vorrà e potrà conoscerla (perché è necessario conoscere e rapportarsi a quello che il mondo propone), ma non fonderà su di essa la sua vita. Anzi, potrà anche succedere che, trovando in Cristo tutto ciò di cui veramente hanno bisogno, molti persino si libereranno di quei libri che prima avevano tanto apprezzato, com'era successo a Corinto: "Molti di quelli che avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatte. Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento" (Atti 19:18-19).

L'apostolo Paolo, al termine del secondo capitolo della sua prima lettera ai cristiani di Corinto, mette in rilievo come, nel suo ministero apostolico, egli esponga questa sapienza "a quelli che tra di voi sono maturi" (in greco teleiois, vale a dire non cristiani infantili o superficiali (certamente non a cristiani nominali), ma quelli che sono istruiti e "cresciuti", sviluppati, educati nella Parola del Signore, "uomini compiuti" (Diodati) che in Cristo hanno raggiunto il loro fine (o telos).

Non si tratta della sapienza di questo mondo, né dei "dominatori di questo mondo" che stanno per essere "annientati" (ridotti al nulla, svergognati). Il termine qui tradotto con "dominatori", originalmente è "gli arconti", sono i leader intellettuali e religiosi, quelli che il mondo tanto onora e segue, che hanno influenza sul pensiero, gli "esperti in dibattiti culturali", i maestri dell'ideologia dominante. Essi stanno per essere sconfessati, resi inerti, senza più influenza, abbassati, resi inoperativi, ridotti a nulla, non più considerati ed ascoltati, ignorati, messi da parte come disutili.

L'Apostolo espone "la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria" (a gloria di coloro che sono in comunione con Gesù Cristo). L'apostolo definisce questa sapienza in rapporto a ciò che è mistero (mysterion o "dottrina segreta"), e nascosto, cioè "occulto" (apokruptó, da kripto, usato in italiano in "criptico" e in "cripta").

Le cose che Dio ha preparate per coloro che lo amano, sono "cose che occhio non vide, e che orecchio non udì", cose giammai prima scoperte o neanche solo immaginate dai sapienti di questo mondo, "inaudite", cose "che mai salirono nel cuore dell'uomo", cose loro sconosciute, perché se le avessero conosciute "non avrebbero crocifisso il Signore della gloria", vale a dire ignorato o respinto il Cristo, come se fosse nulla per loro o "non alla loro altezza". Non si rendono conto chi sia Colui che respingono ed uccidono!

Come si attinge alla sapienza rivelata di Dio? Al seguito del Cristo delle Sacre Scritture, allorché Egli fa sì che noi partecipiamo del Suo Spirito: Lui ci insegna "adattando parole spirituali a cose spirituali" (solo lo Spirito di Dio può insegnarci la realtà profonda delle cose). Gesù disse, infatti, a proposito dello Spirito Santo: "Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà" (Giovanni 16:14-15). Il cristiano attinge con riconoscenza dalla sapienza biblica, così come esposta fedelmente da uomini e donne di Dio nel corso dei secoli.

"L'uomo naturale" (nell'originale: "psychicos o anthropos" , ""fisico", "carnale", sensuale, in rapporto soltanto a ciò che è tangibile, umano), l'uomo o la donna estraneo a Cristo, non riceve le cose dello Spirito di Dio, è come una radio che sia sulla lunghezza d'onda sbagliata. Le cose di Dio gli sembrano "pazzia", una follia, cose assurde, "stupide". Egli non è in grado di conoscere "le profondità di Dio" perché esse devono essere "giudicate spiritualmente", vale a dire viste dalla prospettiva di Dio, quella che solo il Suo Spirito ci insegna. Sono come i filosofi di Atene che avevano voluto sapere che cosa l'apostolo Paolo predicasse, e che "Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: «Su questo ti ascolteremo un'altra volta»" (Atti 17:32).

E' Dio stesso che ci trasforma, al seguito di Cristo, in "uomini spirituali" che diventano inevitabilmente, agli occhi del mondo, "incomprensibili" ("egli stesso non è giudicato da nessuno"). "L'uomo spirituale" (in greco: "pneumatikòs"), la persona che si rapporta alla sfera spirituale in cui lo Spirito Santo rivela Cristo, impartisce la fede ecc., la persona alla quale Dio elargisce la Sua sapienza, acquisisce gradualmente "la mente di Cristo". Assumere "la mente di Cristo" è l'obiettivo del cristiano "in crescita", che progredisce come Gesù che "cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini" (Luca 2:52), "...fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo" (Efesini 4:13).

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