In Che Modo l'Uomo Conosce Dio

From Diwygiad

In che modo l'uomo conosce Dio?


Gordon H. Clark (1902-1985)


Tratto da The Trinity Review, Luglio-Agosto 1989


L'oggetto della conferenza di questo pomeriggio è "Come conosciamo" o forse, "Come conosciamo Dio."

La questione di base nella filosofia della religione è, Come possiamo conoscere Dio? Charles Hodge e Louis Berkohf hanno dedicato alcune sezioni dei loro volumi a questa domanda. E, per ciò che riguarda, va indietro fino all'alba della teologia Cristiana. Il filosofo Giudeo, Filo, il quale aveva una quantità di cose da dire sul Logos, combatteva con queste difficoltà negli stessi anni in cui Gesù girava la Palestina.

Nei giorni recenti la domanda è stata riformulata. Invece di chiedere se possiamo conoscere Dio e come possiamo conoscere Dio, la filosofia dell'analisi del linguaggio ha chiesto, Come possiamo parlare di Dio? Si suppone che il linguaggio sia uno sviluppo evolutivo derivato dalle necessità pratiche di sopravvivenza ed è, quindi, inadeguato ed inapplicabile alle questioni teologiche. Infatti la gran parte, non tutti, ma la gran parte dei filosofi del linguaggio, specialmente nelle loro prime opere sostengono che il linguaggio su Dio sia privo di significato. Non solo gli empiristi secolari fanno quest'affermazione, Wittgenstein, A.J. Ayer, e i positivisti logici, ma anche i teologi liberali della scuola neo-ortodossa - con una terminologia più gentile, senza dubbio - ma tuttavia essi accettano essenzialmente il medesimo punto di vista.

Mentre la domanda di come possiamo conoscere Dio è la domanda fondamentale nella filosofia della religione, dietro di essa si trova la domanda definitiva della filosofia generale, Come possiamo conoscere una qualunque cosa? Se non possiamo parlare intelligentemente di Dio, possiamo parlare intelligentemente della moralità, dei nostri propri ideali, dell'arte, la politica - possiamo perfino parlare di scienza? Come possiamo conoscere una qualunque cosa? La risposta a questa domanda, tecnicamente chiamata la teoria dell'epistemologia, controlla tutte le materie che si crede siano comprensibili o cognitive.

Empirismo


Questa lettura presenterà tre di tali teorie e sottolineerà le loro implicazioni per la religione, la Cristianità, e Dio. La prima di queste tre è l'empirismo.

La teoria della conoscenza che presumibilmente si accorda meglio con il senso comune è la teoria secondo cui noi impariamo per esperienza. Impariamo che le api pungono e che i serpenti a sonagli uccidono attraverso le nostre percezioni di dolore. Impariamo che le rose sono rosse le le violette sono blu attraverso le sensazioni della vista. Tutta la nostra conoscenza proviene dalle sensazioni. Questo tipo di epistemologia non è semplicemente la teoria più in accordo con l'opinione comune, è anche il pensiero di distinti filosofi, fra i quali ci sono famosi pensatori come Aristotele, Tommaso d'Aquino, e John Locke. Questi tre uomini, fra gli altri, hanno provato a spiegare come noi percepiamo una sedia, come possono essere scoperte le leggi della fisica, e infine come, con argomentazioni complicate, potremmo provare l'esistenza di Dio.

Per quanto plausibile questa teoria possa essere, essa solleva alcune domande oltremodo difficili. Per il momento mettiamo da parte le complessità nel tentare di trarre da sfuggenti sensazioni la conoscenza del Dio incorporeo ed eterno. Invece, occupiamoci delle parti più semplici dell'empirismo.

Iniziamo con il rosso di una rosa e il blu di una violetta. Primo, una descrizione della sensazione mostrerà che non fornisce una conoscenza così prontamente come il senso comune immagina. Non tutti vedono la rosa come rossa e la violetta come blu. Ci sono persone che diciamo essere daltoniche, ed esistono diversi gradi di daltonismo. È molto difficile accordarsi sul vero colore. La condizione dell'organo, l'occhio, una malattia, un'infermità temporanea, un mal di testa o una sensibilizzazione acuta modificano le nostre percezioni del colore.

Lasciate che vi dia un piccolo esempio. Se seguiste un corso d'arte, pittura ad olio, potreste prendere un quadrato di tela e stendere un po' di pittura colorata sulla metà superiore e un altro colore in quella inferiore. E dopo che si sono asciugate, prendere un pennello pieno di pittura grigia e stenderlo verticalmente sopra le due parti del quadrato e vedreste che quella singola pennellata ha messo due colori differenti sulla tela, il colore grigio nella parte di sopra non è il colore grigio della metà inferiore della tela. Così il colore che vedete dipende dallo sfondo contro cui voi lo vedete. E dal momento che c'è sempre uno sfondo, voi non vedete mai nulla come è in assoluto.

Potrei citare anche le illusioni ottiche: un rancher del Texas che era sicuro di vedere un miraggio e finì con il suo pick-up nel lago. Alcuni dei miei amichevoli opponenti provano a venire incontro ai miei argomenti contro l'empirismo affermando che io stia semplicemente imitando gli antichi scettici. Temo [di dover rispondere] due cose: Gli antichi scettici non sapevano nulla del Texas, e, in secondo luogo, se io sto imitando gli antichi scettici, questa non è una risposta sufficiente ai loro argomenti.

Prendete una cosa che certamente gli antichi non conoscevano. Prendete un bel pezzo di cartone e pitturatene una metà con inchiostro nero India. Lasciate l'altra metà bianca e poi fate piccoli pallini neri sulla metà bianca. Poi prendete qualcosa che ruoti a circa 500 rivoluzioni al minuto, e che colore vedrete? Vedrete nero? Vedrete grigio? Bene, se non avete fatto questo esperimento sono sicuro che proprio non lo sapete. Ve lo dico: Vedrete porpora; vedrete rosso; vedrete verde; vedrete una specie di marrone. Vedrete tutti questi colori semplicemente da una miscela di nero e bianco, e questo causa una considerevole difficoltà nel provare a dire che vedete il colore di una qualunque cosa o, per parafrasare un po' da Agostino, non c'è nulla di prestabilito (das Gegebenes, se conoscete il termine tecnico tedesco), nulla di prestabilito nella sensazione senza l'interpretazione intellettuale.

E giusto per proteggermi da queste persone che pensano che io sia anziano quanto gli scettici Greci - sto diventando antico, ma non proprio di 2000 anni, credo di avere all'incirca 95 anni - una volta stavo viaggiando sulla strada da St. Louis a Indianapolis. Questo era prima che costruissero l'interstatale, e come guardai davanti, vidi un piccolo furgone fermo vicino ad una capanna. Ora come ci avvicinammo - e andando a 120 Km/h alcuni metri si coprono piuttosto rapidamente - questo furgone improvvisamente si trasformò in una cassetta della posta su un palo. Ora si trattava di un furgone o di una cassetta della posta? Beh, questo dipende da quanto siete distanti. E il tempo mi impedisce di fare altri esempi simili. Basti dire che questi diventano rapidamente moltissimi. Avete problemi con le sensazioni. Non potete mai giungere alla percezione, e, accidenti, la teoria empirica è davvero terribile.

In secondo luogo, la teoria empirica, dopo aver avuto un tale cattivo avvio con la sensazione, richiede una teoria delle immagini per spiegare la conservazione della conoscenza dopo che la sensazione è terminata. Quando parlate della sensazione, quando è andata, e voi avete un'immagine conservata, ci sono altre difficoltà. Se la percezione è un'inferenza dalla sensazione, e le immagini seguono la percezione, come si può determinare quando l'inferenza è valida? Un momento, io conclusi di aver visto un furgone. Un altro momento, qualche minuto dopo, conclusi di aver visto una cassetta della posta. Ma come fate a dire se la vostra conclusione è valida? E poi in secondo luogo, alcune persone, specialmente gli scienziati, non gli artisti, ma specialmente gli scienziati, non hanno alcuna immagine. E questa è una difficoltà che non vedo come possa essere superata con la filosofia empirica. Non sembrano aver mai pensato all'esistenza di tali persone. Tommaso d'Aquino e David Hume, meglio noti per le loro teorie delle immagini, sembrano credere che tutte le persone abbiano immagini. Ma non è così. Ci sono alcune persone, e io ne conosco una molto bene, che non hanno affatto immagini.

Ora, terzo, anche per persone che hanno immagini visuali o auditive, la formazione dei concetti per astrazione, come richiesto da Aristotele o Locke, è impossibile per motivi in cui non mi addentro. E se il Vescovo Berkeley ha fatto qualcosa, ha almeno mostrato che l'empirismo non può consentire o giustificare dei concetti astratti.

La mia quarta obiezione all'empirismo, e se le avete contate potrebbe essere la quarantesima, è che l'empirismo non può produrre norme di alcun genere. Non può produrre norme morali o religiose perché, al massimo, l'empirismo può dire cos'è. Non penso che dica neanche quel poco, ma questo è tutto ciò che gli empiristi possono legittimamente reclamare. Non possono dirvi cosa potrebbe essere perché non potete ricavare un "potrebbe" da un "è". E questo si applica non solo alle norme morali e religiose, ma alle norme logiche basilari senza le quali il linguaggio e la comprensione sarebbero impossibili.

Le norme logiche sono verità universali. John Dewey dice che la logica è cambiata che cambierà in tutte le sue parti inclusa la legge di contraddizione. Ma se la teoria evolutiva implica il rifiuto della logica, allora la teoria evolutiva non è stata stabilita dalla logica e ogni affermazione è sia vero che falso, e quindi nonsenso.

Irrazionalismo


Bene, questo ci porta al secondo tipo di epistemologia, che chiameremo irrazionalismo. Penso di esserci arrivato piuttosto chiaramente. È sorprendente che alcuni filosofi secolari come Friedrich Nietzsche, John Dewey, e gli psicologi Freudiani rifiutino la legge di contraddizione, ma è ancor più sorprendente cha alcuni Cristiani professanti, Cristiani professanti, abbiano simili opinioni.

Il movimento contro la logica all'interno della chiesa Cristiana visibile sembra essersi originato non con l'antico Tertulliano, una delle cui frasi è stata citata a sproposito e male interpretata, ma ha avuto origine con il teologo del diciannovesimo secolo Soren Kierkegaard, il padre della neo-ortodossia, o come viene chiamata a volte, della teologia dialettica.

Soren Kierkegaard sosteneva fermamente che per poter essere Cristiani, è necessario credere alle contraddizioni. Il suo esempio principale è la dottrina dell'Incarnazione. Nell'Incarnazione il Dio eterno è entrato nella storia ed è divenuto un essere umano temporale. Ora comprendiamo ed è ovvio che l'eterno non può essere temporale. Ciò che è temporale ha avuto un inizio prima del quale non esisteva. Ciò che è eterno non ha inizio. Ovviamente, quindi, un essere che non ha avuto inizio non può aver avuto un inizio. Ciò che è sempre esistito non può venire all'esistenza. Ma per essere Cristiani noi dobbiamo credere che questa impossibilità logica si sia verificata. Riconosciamo e comprendiamo l'assurdità, ma dobbiamo credere a ciò che è assurdo perché il Cristianesimo stesso è irrazionale e assurdo.

A questo punto è naturale chiedersi come possano la nostra salvezza ed eterna beatitudine essere garantite dall'assurdità. Le contraddizioni possono fare quello che le informazioni storiche non possono? Soren Kierkegaard insisteva che la nostra salvezza non dipende da alcuna informazione storica. Come può quindi dipendere dalle assurdità? A questa domanda Kierkegaard aveva una risposta. Dal momento che dobbiamo credere all'assurdo, dice Soren Kierkegaard, e non appoggiarci ad informazioni storiche comprensibili, non fa alcuna differenza cosa crediamo. Il cosa non è importante. Tutto quello che conta è il come.

Questo è il punto che lui mette in rilievo nella sua famosa illustrazione del Luterano ortodosso e dell'Indù pagano. Molti di voi la conoscono ma la ripropongo. Il Luterano ortodosso aveva una comprensione corretta di Dio. Egli era retto nella sua teologia ma pregava con uno spirito sbagliato e quindi non pregava Dio. Ma l'Indù che non aveva mai letto Giovanni Calvino o Martin Lutero, aveva un'idea di Dio totalmente errata. Tuttavia, poiché pregava con infinita passione, lui, e non il Luterano, stava pregando Dio.

Questa illustrazione avrebbe potuto essere buona se Kierkegaard avesse voluto lodare la sincerità e condannare l'ipocrisia. Cristo avrebbe condannato il Luterano ipocrita allo stesso modo in cui condannò gli ipocriti figli di Abraamo che incontrò nella sua vita terrena. Ma l'ipocrisia non è il punto di questa illustrazione sull'Indù. Kierkegaard voleva convincerci che non fa alcuna differenza cosa si crede. Solo il come, la passione, ha valore. È ben poco chiaro, tuttavia, che Cristo, condannando ogni sorta d'ipocrisia, avrebbe lodato l'idolatria dell'Indù. L'illustrazione di Kierkegaard significa che un idolo Indù è un perfetto sostituto di Jehovah. E cosa che avrebbe potuto impressionare ancora maggiormente Soren Kierkegaard, ne segue anche che la filosofia logica e razionale, che lui odiava, è altrettanto valida del suo irrazionalismo. Se non fa alcuna differenza cosa si crede, allora puoi tranquillamente essere un razionalista.

Anche se i principali discepoli di Kierkegaard, Karl Barth e Emil Brunner, e anche Rudolph Bultmann in un certo senso, anche se i suoi principali discepoli mantengono la loro fede nel paradosso e nell'assurdità, sembrano fare qualche sforzo per mascherare la futilità di credere nelle contraddizioni. L'infinita passione di Kierkegaard diventa, nella loro teoria, Incontro, l'incontro che Barth e Brunner proclamano. Gli uomini diventano Cristiani attraverso un incontro con Dio. Ovviamente, questo incontro non contiene né è prodotto da alcuna informazione storica. La Resurrezione non fu un evento con una data che avvenne tre giorni dopo la Crocifissione. È un'esperienza esistenziale negli uomini di oggi. Su questo argomento, i Vangeli scritti contengono poca o affatto storia. Sono tutte favole come quelle di Esopo. Le favole di Esopo non sono storiche, letteralmente false, ma esistenzialmente vere. Esse sono buone descrizioni di tratti umani comuni, e per i neo-ortodossi, i Vangeli sono simili. Ma l'incontro può fare quello che non può la storia. Non c'è bisogno di superare duemila anni di storia e trovare eventi che accaddero molto tempo fa. La Pasqua avviene adesso, e l'incontro annulla la distanza di tempo e ci rende contemporanei di Cristo.

Se sembra assurdo dire che possiamo abolire duemila anni in quel modo e ritornare al primo secolo, o portare la Pasqua nel ventesimo secolo, se sembra assurdo dire che oggi noi possiamo essere contemporanei di Cristo, che sia. Il Cristianesimo consiste nel contraddirci. Non si può dire nulla di comprensibile su Dio.

Brunner afferma molto esplicitamente, e questa è una citazione esatta, "Dio e lo strumento della concettualità sono mutuamente esclusivi." Per fornire un'altra citazione esatta, "Tutte le parole hanno solo un valore strumentale. Né le parole parlate né il loro contenuto concettuale sono la Parola in sé, ma solo la sua struttura." Lo troverete nella tradizione Inglese a pag. 110 di Wahrheit als Begegnung. La verità non è importante perché, dice Brunner, e questa è un'altra citazione esatta dall'edizione Inglese a pag. 117 e dall'edizione Tedesca a pag. 88, "Dio può pronunciare la Sua parola all'uomo anche attraverso false dottrine." Non fa alcuna differenza che cosa credete. Dovete crederlo appassionatamente.

Questo è il risultato naturale del sostituire la logica con il paradosso. Quando la legge di contraddizione viene deliberatamente rinnegata, la distinzione tra verità ed errore scompare. Le parole Dio e Satana significano la stessa cosa. Un ministro può predicare che Cristo espiò il peccato e nello stesso sermone sostenere che Cristo non espiò il peccato. Non solo questo rende futile ogni predicazione, noi non possiamo neanche invitare una persona a pranzo, perché quando dico, Vieni a pranzo con me, io dico anche, Non venire a pranzo con me. Pranzare o non pranzare sono la stessa cosa a meno che essi non siano differenti logicamente.

Dogmatismo


Veniamo ora al terzo tipo di epistemologia, al quale darò lo spiacevole nome di dogmatismo. Per evitare la totale ignoranza dello scetticismo, e per sfuggire alla follia dell'irrazionalismo, uno deve cercare un rifugio sicuro in una terza possibilità. Potrebbe essere chiamato razionalismo se la parola non fosse confusa con l'Hegelianismo a destra e con il Deismo a sinistra. Potrebbe ugualmente essere chiamata dogmatismo se l'infamia popolare a cui andrebbe incontro non fosse troppo da sopportare. Un termine più recente è presupposizionalismo. Fate la vostra scelta. Il nome è relativamente poco importante, diversamente da come erano i nomi Ebraici. Il nome è relativamente poco importante se si comprendono i dettagli.

L'argomento è che ogni filosofia deve avere un primo principio, un primo principio fondato dogmaticamente. L'empirismo stesso richiede un primo principio non empirico. Questo è particolarmente ovvio in quella forma estrema di empirismo chiamata positivismo logico. Dire che le affermazioni non hanno senso se non sono verificate dalle sensazioni, è essa stessa un'affermazione che non può essere verificata dalle sensazioni. L'osservazione non può mai provare l'affidabilità di un'osservazione. Quindi, poiché ogni filosofia deve avere un suo primo assioma indimostrabile, i non religiosi non possono negare il diritto del Cristianesimo di scegliere il proprio assioma.

Di conseguenza, facciamo che l'assioma del Cristianesimo siano le Scritture. Questo è il principio della Riforma di sola Scriptura. Storicamente l'evangelicalesimo ha significato due cose: Ha significato giustificazione per sola fede, chiaramente, ma ha anche significato la sola scrittura - sola Scriptura e sola fide. Sola fede, sola scrittura. Questi furono i principi materiali e formali della Riforma Protestante, e chiunque neghi uno dei due non ha alcun diritto storico di chiamarsi Evangelico.

Il principio è sola Scriptura. Questo è un rifiuto della nozione che la teologia abbia diverse fonti come la Bibbia, la tradizione, la filosofia, la scienza, la religione, o la psicologia. Non c'è che una fonte, le Scritture. Qui è dove si deve trovare la verità. Sotto la parola verità sono incluse, contrariamente all'irrazionalismo, la logica e la legge di contraddizione. Qualunque cosa contraddica se stessa non è verità. La verità deve essere coerente, ed è chiaro che la Scrittura non afferma e insieme nega l'espiazione. Dio è verità. Cristo è la saggezza e il Logos di Dio. E le parole che lui ha ci ha detto sono spirito e sono vita.

L'assioma della Scrittura non solo implica una particolare veduta della natura di Dio, ma implica anche una teoria definita dell'uomo. Sussidiario al concetto Biblico di Dio, la decisione tra l'irrazionalismo della neo-ortodossia da una parte, e, dall'altra, la comprensibilità, la logica, la legge di contraddizione di Calvino e Hodge dipende dal modo di vedere la natura dell'uomo. Il Cristianesimo sostiene che esiste una natura umana comune. Oswald Spengler lo negava dicendo, "Ci sono gli uomini, non c'è un uomo." Gli esistenzialisti francesi lo negavano dicendo che l'esistenza precede l'essenza. I Freudiani, oserei dire, sono più Cristiani. Almeno Freud esprimeva un giudizio riguardante tutti gli uomini universalmente. La vita e il pensiero per Freud sono prodotti evolutivi emergenti di strutture psico-chimiche. La forza dominante nell'uomo non è la sua intelligenza, come lui si crede appassionatamente condivisa con Dio, ma un'orda di impulsi subconsci ed esigenze sessuali. Noi dichiaratamente consideriamo questo un giudizio falso, ma almeno riconosce una natura umana comune. E se la prendiamo come una descrizione dell'uomo nel suo stato decaduto, esso contiene alcune verità, per quanto distorte quelle verità possano essere.

Ma contrariamente a Freud, a Sartre, a Wittgenstein e altri, la concezione Cristiana è che l'uomo fu creato ad immagine di Dio. L'uomo, non gli animali. E cos'è che quella immagine deve essere determinato non con l'osservazione empirica, ma con l'esegesi di passi Biblici.

C'è stata una conferenza tenutasi ad Augusta, Georgia, la scorsa settimana. Era tenuta apparentemente da scienziati Cristiani, e uno dei documenti era intitolato "Una Ricerca della Personità" [A Search for Personhood]. Ho cercato sul Dizionario Merriam-Webster ma non ho trovato la parola. Ad ogni modo, il documento non aveva alcun riferimento alla Bibbia; era interamente empirico. Non c'era nulla di Cristiano in esso. Noi insistiamo che se vogliamo scoprire cos'è l'uomo, dobbiamo studiare la Scrittura.

L'Immagine di Dio


Il primo passo dell'esegesi è il primo passo della Bibbia. Dio creò l'uomo secondo la Sua immagine e somiglianza. Quest'immagine non può essere il corpo umano per due ragioni: Primo, Dio è spirito e non ha corpo; secondo, gli animali hanno un corpo ma non furono creati ad immagine di Dio. Quindi, il corpo non può essere l'immagine di Dio. L'immagine divina deve quindi essere lo spirito dell'uomo, perché i due elementi che compongono l'uomo sono il corpo e lo spirito. Genesi dice che Dio formò l'uomo dalla polvere del terreno e soffiò nelle nostre narici lo spirito della vita, e da questi due elementi l'uomo divenne un'anima viva. Se la polvere o l'argilla non sono ad immagine di Dio, deve esserlo il soffio o spirito. Non c'è altra possibilità. La Scrittura va oltre. Parlare dell'immagine di Dio nell'uomo è leggermente inesatto. L'immagine non è qualcosa che l'uomo ha. Non è qualcosa in lui. L'uomo stesso è l'immagine di Dio o l'immagine stessa è l'uomo, perché I Corinzi 11:7 afferma che l'uomo è egli stesso l'immagine e la gloria di Dio. Senza dubbio anche gli animali hanno o sono spiriti. La Bibbia lo dice in diversi passaggi. Quindi, l'immagine divina deve consistere in quelle caratteristiche dello spirito umano che non sono condivise dalla creazione inferiore. Queste sono le caratteristiche della razionalità. Gli animali non possono fare aritmetica e geometria. Gli Orioli di Baltimora, intendo gli uccelli, non la squadra di baseball, gli orioli di Baltimora costruiscono un nido magnifico, ma un oriolo non si distingue dall'altro per stile architettonico. Non c'è inventiva. Non concepiscono altre forme. Ed poi, inoltre, gli animali non capiscono i comandamenti della moralità. Non è ciò che intende il Salmo 32:9 quando dice, Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto? Gli animali sono incapaci di peccare perché sono non-razionali. Quindi, la realtà stessa del peccato umano mostra che l'uomo è razionale in contrapposizione agli animali.

Poi infine, su un piano ancora più elementare della moralità, gli animali non hanno conoscenza della storia. Non possono in alcun modo sapere che Cristo morì e risorse. Poiché, quindi, la ragione distingue lo spirito dell'uomo dallo spirito dell'animale, la razionalità è l'immagine di Dio. Questa identificazione dell'immagine divina, sostenuta a questo punto principalmente dal racconto di Genesi, sembra anche essere richiesta da ciò che Paolo dice in Efesini e Colossesi. Queste epistole parlano di rigenerazione come di un rinnovamento dell'immagine originale. E i punti in cui tale rinnovamento prende luogo sono la conoscenza e la rettitudine. Paolo, quindi, presuppone che l'immagine di Dio sia la razionalità.

Non è questo il posto per un lungo studio di tutto ciò che la Bibbia dice sul tema, ma menzionare alcuni versi darà un'idea di quanto sia esteso il supporto a questa posizione. Questi suggestivi passaggi riguardano la natura di Dio così come la natura dell'uomo. Uno potrebbe iniziare con Deuteronomio 3:24 che si riferisce a Dio come ad un Dio di verità. Lo Spirito Santo è lo spirito di verità che ci guiderà in tutta la verità. Cristo non è solo la via, la verità e la vita, Egli è il Logos, la mente e la saggezza di Dio. Egli disse ai suoi discepoli, "Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi."

Per non riprodurre a parole tutto il contenuto del Vangelo di Giovanni sulle parole, la Scrittura, e la verità, ricordiamo che anche l'apostolo Pietro nella sua seconda epistola ha detto che, "tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, Dio ce le ha donate per mezzo della conoscenza." Dio è razionale. La sua verità è razionale, e noi dobbiamo essere razionali per riceverla. Il cavallo e l'oriolo di Baltimora non possono riceverla.

Ma oltre ai singoli versi come questi, la Bibbia nella sua interezza sostiene questa lezione. Tutta la Scrittura è utile per la dottrina e l'insegnamento nella giustizia. Se tutta la Scrittura è così utile, allora i seguenti versi sono utili per l'insegnamento. Questo: Reuel, loro padre, diede a Mosé Sefora, sua figlia. Un altro verso: Quando Sanballat sentì che stavamo ricostruendo il muro, si adirò. E un ultimo verso: Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica.

Questi versi sono stati deliberatamente scelti perché sembrano non avere nulla sull'immagine di Dio o su una qualunque profonda dottrina teologica. Ma Paolo ha detto che tutti i versi nella Bibbia sono utili per la dottrina e la dottrina che questi versi contengono è la dottrina dell'immagine divina. Questi versi furono scritti perché noi capissimo. Questa è la storia che non è per gli uccelli. È per la nostra edificazione ed edificarsi richiede la comprensione. Ricordate che Paolo proibì le lingue non interpretate nella chiesa di Corinto. Le proibì perché non edificavano. E non edificavano perché non potevano essere capite. Come possiamo dire Amen alla preghiera di un altro se non la capiamo? L'intera Bibbia, ogni sua parte, è rivelazione perché è razionale e perché noi siamo razionali. Negate la legge di contraddizione, abbandonate la logica, sostenete che dobbiamo credere all'assurdo, e della Bibbia non rimane niente. Niente del tutto.

Poiché tutto questo argomento ha molte sfaccettature, e poiché i dettagli sono così complessi, le conclusioni possono coprire una sola obiezione. L'obiezione è questa. Se ogni sistema di filosofia deriva dal suo unico insieme di assiomi, diventa impossibile per chi accetta un insieme di assiomi avere una discussione rilevante con chi sostiene un altro insieme di assiomi. Le due parti della disputa non hanno nulla in comune, e quindi, nessuna ha alcuna base per convincere l'altra.

Questa è un'obiezione antica, non recente. Non richiede del genio per formularla. Ma anche se è comune, in realtà perché è così comune, necessita di una chiara risposta. Un riferimento storico servirà come punto di partenza. Anselmo voleva appellarsi agli Ebrei e ai Musulmani sul loro terreno senza usare la rivelazione. Si presupponeva che la "ragione" (fra virgolette) dovesse essere il terreno comune. Ma la "ragione" (fra virgolette) non veniva chiaramente definita né era una proposizione comune veramente identificata. Ma il senso comune suppone che ogni volta che proviamo a persuadere le persone di una qualche cosa, noi ci appelliamo a ciò che essi già credono. Ma il senso comune è in errore. Questo funziona solo su argomenti secondari e non su tutti. Sugli argomenti di base nessuno fa mai appello ad un terreno comune fra due sistemi filosofici.

Prendete questo esempio. Può un empirista, sulla base della sensazione, convincermi dell'empirismo quando io non accetto la sensazione? Bene, allora come presentiamo il Vangelo ad un non credente? Presentiamo il Vangelo il più completamente possibile. Gli spieghiamo quanti più dettagli storici possibile nel tempo che abbiamo e quante più connessioni logiche il nostro interlocutore vorrà ascoltare. Ma i sermoni, le argomentazioni e le spiegazioni non lo convertiranno. Il lavoratore Cristiano non può convincerlo della verità del Vangelo. Non è richiesto che lo faccia. Dopo che presentiamo il Vangelo, dobbiamo pregare che lo Spirito Santo lo convinca, che Dio cambi la sua mente, gli conceda il ravvedimento, che Dio gli elargisca il dono divino della fede, lo porti a credere agli assiomi della Scrittura e lo resusciti dalla morte del peccato alla nuova vita in Cristo.


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Autore

Al tempo in cui ha scritto questo articolo, era professore di filosofia alla Butler University, e fin dal 1945 capo di quel dipartimento. Si è laureato alla University of Pennsylvania e ha ottenuto il suo Ph. D. in quell’istituzione, continuando i suoi studi alla Sorbonne, a Parigi. Prima di essere installato alla Butler University, il dr. Clark ha insegnato alla University of Pennsylvania e al Wheaton College.

Le principali pubblicazioni del dr. Clark includono: A Christian Philosophy of Education, A Christian View of Men and Things, What Presbyterians Believe, Thales to Dewey, James and Dewey (Modern Thinkers Series), The Philosophy of Science and Belief in God, Peter Speaks Today, Karl Barth's Theological Method, and Religion, Reason and Revelation. Nel 1968 Ronald H. Nash ha editato The Philosophy of Gordon H. Clark, un Festschrift in suo onore. Il dr. Clark è stato l’editore della University Series (Philosophical Studies) della Craig Press.

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