Gallicana36

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XXXVI. Noi confessiamo che la santa cena, che è il secondo sacramento, è per noi una testimonianza dell'unione che noi abbiamo con Gesù Cristo (1 Co. 10:16-17; 11:24), del fatto che egli non solo è morto ed è risorto per noi una volta per tutte, ma che ci ciba e nutre veramente con la sua carne e il suo sangue, in modo che noi siamo una cosa sola con lui e che la sua vita ci sia comune (Gv. 6:55-57; 17:21; Ro. 8:32). Ora, benché egli sia in cielo fino a quando verrà a giudicare il mondo (Mr. 16:19; At. 1:2-11; 3:21), noi crediamo nondimeno che grazie alla virtù misteriosa e incomprensibile del suo Spirito egli ci nutre e vivifica con la sostanza del suo corpo e del suo sangue (1 Co. 10:16; Gv. 6:35). Crediamo e affermiamo che questo avviene spiritualmente, non per mettere al posto dell'effetto e della verità immaginazione o pensiero, ma perché questo mistero supera per la sua altezza l'ambito dei nostri sensi e ogni ordine naturale, in breve, perché, essendo celeste, non può essere compreso che mediante la fede.

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