E’ forse ingiustamente discriminante condannare l’omosessualità?

From Diwygiad

[edit] E’ forse ingiustamente discriminante condannare l’omosessualità?

“Discriminare”, discernere, non è automaticamente sbagliato. Discriminiamo ogni giorno scegliendo i cibi che mangiamo, i programmi che guardiamo alla televisione, come pure gli amici che ci facciamo. Abbiamo tutti dei criteri con i quali giudichiamo che cosa sia accettabile e che cosa no. Giustamente facciamo discriminazioni contro i molestatori di bambini, anche quelli potenziali, e certo non li lasciamo avvicinare dai nostri figli senza stretta supervisione. Noi abbiamo pure il dovere di discernere e discriminare varie concezioni teologiche che contraddicono la Bibbia come pure il dovere di non offrire a chi le sostiene occasione di diffondere ciò che riteniamo sbagliato e dannoso.

Anche Dio giustamente discrimina quando afferma nella Sua Parola che a certe categorie di persone non sarà permesso di entrare nel Suo regno: “Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda” (Apocalisse 21:8). La legge morale di Dio contenuta nella Sua legge, infatti, precisa esattamente quali siano i criteri per i quali Dio concederà di essere in comunione con Lui: “...sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina” (1 Timoteo 1:9-11). Senza ravvedimento e santità, infatti, nessuno vedrà il Signore: “...la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14).

Come considerare e trattare coloro che praticano l'omosessualità come stile di vita? Dal punto di vista cristiano prendiamo come punto di riferimento normativo fondamentale, per quanto riguarda i generi e la sessualità, il modello creazionale dell’unione di un uomo con una donna. Ne consegue che l'omosessualità deve essere considerata come una delle degenerazioni morali che caratterizzano l'umanità decaduta nel peccato e che il Signore e Salvatore Gesù Cristo è venuto per risanare.

Il Signore Gesù Cristo ha ribadito il carattere normativo della legge morale rivelata da Dio per la condotta umana, la condizione degenerata e condannata dell’umanità, e il progetto di redenzione e ristabilimento del creato all’armonia infranta. Per questo motivo, anche la persona che ha tendenze omosessuali e/o che le pratica, deve e può esserne risanato in Cristo. Gli omosessuali sono persone da accogliere e alle quali rivolgere il messaggio dell’Evangelo che le chiama al ravvedimento ed alla fede in Cristo, il quale può liberarle da questa condizione insieme a tutto ciò che, come tutti, ci tiene lontani da Dio. L'omosessualità per noi, quindi, è  fondamentalmente un problema morale come altri. Respingiamo l'idea che sia congenita, che sia insanabile, o che gli omosessuali debbano essere considerati una categoria di persone a parte che godano di diritti diversi da quelli di tutti gli altri.

Sostenendo la concezione di matrimonio e di famiglia come l’unione di un uomo e di una donna con i loro figli, respingiamo e combattiamo ad ogni livello qualsiasi legittimazione ed equiparazione dell’unione fra omosessuali ad un matrimonio o ad una famiglia. Allo stesso tempo consideriamo un riprovevole abuso ed apostasia qualunque tentativo di “benedire” coppie omosessuali sotto qualunque pretesto, sotto il nome di una chiesa o in nome di Cristo. Come ogni altra situazione di peccato chiamiamo esplicitamente gli omosessuali al ravvedimento ed escludiamo dalla nostra comunione chiunque ostinatamente rifiuti di farlo, qualunque ne siano le motivazioni.

Se questa alcuni la considerassero discriminazione, che facciano pure. I presupposti della nostra fede non ci permettono di fare altrimenti e su questa posizione ci dichiariamo irremovibili qualunque per noi ne siano le conseguenze.

.

.

.

.

.

Personal tools