Dio non ha riguardi personali

From Diwygiad

Contents

La predestinazione contraddirebbe il principio che "davanti a Dio non c'è favoritismo"?

Si ode spesso l'accusa rivolta a coloro che sostengono la comprensione riformata al riguardo dell'elezione incondizionata e della grazia efficace che essa non può essere vera perché renderebbe Dio ingiusto e parziale, uno che avrebbe "riguardi personali", che fa favoritismi.

E' valida questa accusa? Per rispondere a questa domanda è importante comprendere prima bene in che modo la Bibbia fa uso del concetto di "riguardi personali" e poi lasciare che essa interpreti sé stessa per vedere ciò che di fatto essa intenda dire, e poi determinare se Dio potrebbe essere colpevole di questo, se l'elezione incondizionata fosse vera. Ecco un campione di esempi di testi biblici dove ricorre questo concetto.

Il concetto nella Scrittura

  • "Non commetterete iniquità nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia" (Levitico 19:15).
  • "Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali e non prenderai nessun regalo, perché il regalo acceca gli occhi dei savi e corrompe le parole dei giusti" (Deuteronomio 16:19).
  • "Perciocchè noi per certo morremo, e saremo simili ad acqua sparsa in terra, la qual non si può raccogliere; e Iddio non ha riguardo ad alcuna persona; pensi adunque il re alcun modo, che colui ch'è cacciato non rimanga scacciato da lui" (2 Samuele 14:14 Diodati),
  • "Ora, il timor del SIGNORE sia in voi; agite con prudenza, poiché presso il SIGNORE, nostro Dio, non c'è perversità, né favoritismi, né si prendono regali" (2 Cronache 19:7).
  • "Anche queste sono massime dei saggi. Non è bene, in giudizio, avere riguardi personali" (Proverbi 24:23).
  • "Avere dei riguardi personali non è bene; per un pezzo di pane l'uomo talvolta diventa colpevole" (Proverbi 28:21).
  • "E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l'opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno" (1 Pietro 1:17).
  • "Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali" (Atti 10:34).
  • "...perché davanti a Dio non c'è favoritismo" (Romani 2:11).
  • " Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da favoritismi. Infatti, se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d'oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: «Tu, siedi qui al posto d'onore»; e al povero dite: «Tu, stattene là in piedi», o «siedi in terra accanto al mio sgabello», non state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a ragionamenti malvagi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi quelli che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi quelli che bestemmiano il buon nome che è stato invocato su di voi? Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene; ma se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori." (Giacomo 2:1-9).

Abbiamo qui diversi esempi in cui nella Scrittura ricorre il concetto di "riguardi personali". Di che cosa parlano questi brani? Essi chiaramente ammoniscono il lettore a non mostrare favoritismo o parzialità, perché essi dichiarano che Dio stesso non mostra alcuna parzialità o favoritismo. La cosa, poi, più importante, in ciascuno di questi casi, è che né noi né Dio dobbiamo riservare un trattamento speciale ad una persona a causa della sua posizione, merito, ricchezza, influenza, condizione sociale, autorità o popolarità. Così, "non avere riguardi personali" significa che non dobbiamo favorire nessuno sulla base di un qualsiasi tratto personale che possieda, e, al tempo stesso, non dobbiamo avere pregiudizi verso le persone che sono prive di queste caratteristiche.

Questo concetto è applicabile alla predestinazione?

Quando così Dio elegge una persona in Cristo, forse che Egli prima determina chi sceglierà sulla base della posizione, ricchezza, aspetto, influenza ecc. di quella persona? No. Per definizione "incondizionata" significa "incondizionata", senza condizioni. La scelta non è condizionata da ALCUNCHE' vi sia in noi, e nemmeno solo potenzialmente. Dio "non ci guadagna" dal cercare di favorire una determinata persona ... anche da quelle persone che sono di alta posizione sociale, perché, tanto per cominciare, è Dio che ha dato loro quella posizione, ricchezza, autorità o posizione sociale. La Bibbia insegna senza ambiguità alcuna, quindi, che Dio non fa parzialità quando elegge. Coloro che sono eletti, sono eletti "in Cristo", non perché Dio pensi di guadagnarci qualcosa dal privilegiare loro rispetto ad altri. Dio non ha bisogno di farlo, e così, per definizione, Dio non può essere in alcun modo accusato di avere quelle motivazioni.

Vorrei però che notaste l'ultima citazione biblica qui sopra dalla lettera di Giacomo. Proprio nel mezzo della riprovazione del favoritismo, essa chiede; "Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo?". La domanda di Giacomo è retorica, naturalmente. Di fatto Dio HA SCELTO i poveri secondo il mondo, cioè, quelli che sono spiritualmente in bancarotta, che hanno perduto ogni speranza nelle proprie risorse e possibilità. E' così che Dio non solo non cerca vantaggi da coloro che sono "ricchi", ma mostra speciale cura e favore di coloro che sono privi di risorse atti a farli ritenere "raccomandabili" ed impoveriti. Dio, nelle persone, quindi, non cerca qualcosa, ma di fatto la mancanza di qualcosa!. Secondo la Bibbia, quindi, mostrare uno speciale favore verso i poveri, la scelta dei poveri è l'esatta antitesi di ciò che significa avere riguardi personali o fare del favoritismo. Dio manifesta la Sua misericordia a chi non merita misericordia e i poveri riconoscono questo fatto.

Pure l'apostolo Paolo dice la stessa cosa: "Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono perché nessuno si vanti di fronte a Dio" (1 Corinzi 1:28,29). Nella linea seguente, poi, Paolo mette in rilievo la grazia incondizionata: "Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; 31 affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore»" (v. 30). Notate qui come Paolo persino faccia motivo di vanto se uno riconosce che la salvezza è solo in Cristo.

A quali condizioni?

Facciamo un passo in avanti. Di fatto sono proprio coloro che difendono l'elezione CONDIZIONALE a rendere Dio uno che ha riguardi personali. Questo è perché se fosse vero che il rispondere a particolari condizioni ha suscitato la decisione di Dio di eleggere, allora la Sua scelta sarebbe basata sulla loro sapienza, prudenza, sano giudizio, o buon senso di voler credere. Egli così guarderebbe al carattere o merito di quella persona e sceglierebbe sulla base di quel fattore. La Bibbia, al contrario, dichiara che tutti noi, come tali, nessuno escluso, meriteremmo solo condanna. Dio si riserva il diritto di usare misericordia a chi vuole, cosa non basata in alcun modo sulla volontà della carne (Giovanni 1:13; Romani 9:15,16). Se Dio basasse la Sua elezione sul fatto di prevedere la fede di qualcuno, allora sarebbe proprio questo che farebbe di Dio uno che ha "riguardi personali", perché queste persone che sceglie risponderebbero a determinati criteri, quelli che meriterebbero la sua scelta.

E' davvero ironico che proprio coloro che ci accusano siano quegli stessi che rendono Dio colpevole di favoritismo, rendendo di fatto "condizionale" l'amore e l'elezione di Dio. E' il sinergista che crede che Dio mostri favoritismo o parzialità, perché vorrebbe fondare la scelta operata da Dio sul se o no quella persona meritoriamente risponde alle condizioni che Dio le dà. Nel sinergismo l'amore di Dio per il Suo popolo non è incondizionato, ma è dato solo quando qualcuno risponde alle giuste condizioni... vale a dire se qualcuno ha fede oppure no. Egli le sceglie solo se essi credono in Lui! Non è forse questo favoritismo?

Questo amore condizionale è molto diverso da quello che ci aspettiamo dai nostri genitori nella vita quotidiana. Pensateci: amate i vostri figli perché hanno fatto, fanno o faranno qualcosa per voi? No, naturalmente. Non li amate forse anche quando qualcosa va storto? Naturalmente. Per esempio, se vostro figlio si ribella contro di voi e vi fa arrabbiare molto, e poi, correndo via da casa, stesse per essere investito da un'auto, non correreste a salvarlo? Oppure per farlo, aspettereste che egli dimostrasse il suo amore per voi? No, come un genitore che ama suo figlio, correste fuori ad ACCERTARVI che non fosse investito da un'auto, nonostante il fatto che le circostanze vi abbiano allontanato da lui, magari interrompendo il vostro rapporto con lui. Il vostro amore per lui e la vostra scelta di andare a salvarlo sono basate su un amore incondizionato. Di fatto considereremmo il genitore che prima volesse accertarsi dei buoni sentimenti del figlio verso di lui come condizione del suo amore come un atteggiamento assolutamente riprovevole che amore proprio non è.

Analogie dalla vita quotidiana

E' importante evidenziare ulteriormente queste analogie dalla vita quotidiana per mostrare quanto questa accusa contro l'elezione incondizionata sia irragionevole. Nella perfetta sapienza di Dio e a causa della Caduta, per i Suoi sovrani e buoni propositi, alcuni nascono in famiglie migliori, paesi più ricchi, fisicamente più sani, in tempi migliori, in condizioni migliori, più intelligenti ecc. Altri nascono con l'AIDS, nella fame e nella povertà. Vediamo tutt'attorno a noi queste situazioni di "ingiustizia". Forse che Dio non ha nulla a che fare su dove la gente nasca? Quelli che nascono per soffrire la fame non avrebbero forse qualcosa da dire? Francamente io non vedo l'Arminiano che agita un pugno verso Dio accusandolo di essere ingiusto qui. Eppure, queste condizioni che vediamo nel mondo esistono perché sono parte del giudizio di Dio dovuto alla Caduta. Inoltre, tutti nascono ugualmente colpevoli in Adamo e così è perfettamente giusto che non tutti abbiano gli stessi benefici in questa vita quando nascono. Se questo è vero nella vita quotidiana, perché non sarebbe altrettanto legittimo portare questa idea nell'eternità? E' ipocrisia non riconoscere questa incoerenza.

Facciamo poi l'esempio di Gesù stesso nelle Scritture. Gesù sceglie un tempo ed un luogo particolare per venire in terra e rivelare sé stesso. Non tempi diversi e luoghi diversi. Egli guarisce alcuni e non altri. Fa risorgere da Morte Lazzaro, Suo amico, ma non tutti. C'erano molte altre famiglie al mondo altrettanto rattristate e in lutto quanto la famiglia di Lazzaro... molte di loro erano famiglie pie e credenti. Dalla prospettiva umana, il fatto che Gesù avesse scelto Lazzaro per farlo risorgere apparirebbe parzialità e favoritismo. Di fatto Gesù aveva il potere in terra di far risorgere i morti e non pensereste che Egli avesse voluto aiutare OGNI famiglia che facesse l'esperienza della morte di un proprio caro? L'avrebbe potuto benissimo fare e senza tanto sforzo. Gesù, però, non l'ha fatto.

Definendo "favoritismo" nei termini degli avversari della predestinazione incondizionata, bisognerebbe aspettarsi che Gesù fosse andato attorno guarendo tutti, risuscitando tutti, non facendo alcuna distinzione o divisione. Oppure almeno daremmo a tutti la scelta di volere che i proprei cari ritornassero in vita. Il Gesù che la Bibbia presenta, però, è evidentemente non quello che piacerebbe agli arminiani o agli universalisti. Si tratta di un Gesù, quello della Bibbia che sceglie chi portare alla vita e chi lasciare nella sua ribellione. Matteo 11:27 dice: "Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo".

Gesù insegna chiaramente che Egli di fatto fa delle distinzioni in Matteo 20:1-16 nella parabola dei lavoratori delle diverse ore, quando dà la stessa paga di chi ha lavorato tutto il giorno a chi ha lavorato per un'ora soltanto. E conclude: " io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi". Forse che questo suona come l'immagine di Dio dipinta dagli avversari della predestinazione incondizionata?

Alla fin fine la Bibbia insegna come Dio scelga di avere misericordia di alcune persone immeritevoli lasciando fuori masse di persone immeritevoli. Dio non ha alcun obbligo, in alcun senso, di salvare qualcuno perché nessuno è per natura suo figlio, ma per grazia, quando Egli misericordiosamente adotta qualcuno portandolo nella Sua famiglia. Gli altri gli sono ribelli e lo respingono, così li lascia a seguire i propri desideri. Dio è sommamente saggio e sempre "cospira" con la propria sapienza nel scegliere di fare quel che fa. Per definizione le scelte di Dio sono sempre buone, anche quando non lo vediamo in questo modo. Se Dio non ci spiega in modo soddisfacente le Sue ragioni nel fare quel che fa, lo condanneremmo per questo? Beh, la maggior parte di noi non spiega ai propri figli per filo e per segno i motivi per cui facciamo le cose. Siamo forse per questo immorali? Sono molte le ragioni per le quali i genitori non spiegano tutto quel che fanno ai loro figli, perché questi ultimi non le capirebbero. Su quale basi pensate di poter comprendere le ragioni auto-giustificanti per cui Dio fa le cose come le fa?

Dio ama il Suo popolo perché lo ama. C'è forse qualche ragione migliori FUORI e AL DI SOPRA di Dio che lo spingerebbe a fare quel che fa? Gli avversari della predestinazione incondizionata pensano di sì. Dire però così equivoca del tutto la natura di Dio. Noi sappiamo che Dio è sempre buono, così, quando Egli vuole che qualcosa sia in un certo modo, è giusto indipendentemente dal fatto se lo comprendiamo oppure no.

Considerate poi anche la vostra vita e come pensate di dover trattare gli altri. E' giusto che voi trattiate i vostri figli in modo diverso da come trattate i figli dei vostri vicini, oppure li trattate esattamente allo stesso modo?

La vera questione di fatto non è se Dio mostri favoritismi, ma IN CHE SENSO Dio non mostra favoritismi. Dio scelse Abraamo da tutti i popoli della terra, non perché avesse visto in lui qualcosa di buono, non perché avesse meritato il favore di Dio, ma perché Dio scelse di farlo. Egli salva i poveri ed i miserabili della terra secondo il Suo sovrano beneplacito in Cristo.


John Hendryx, in in Reformation Theology, 20.1.2012.


.

.

.

.

Personal tools