Articoli25/Millennio di Apocalisse 20

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Il millennio di Apocalisse 20

Considerazioni introduttive

Quando la maggior parte dei cristiani odono la parola "millennio" pensano immediatamente, prendendo per scontato che la Bibbia ne parli, ad un regno futuro e terreno della durata di mille anni, in cui Cristo regnerà sul popolo ebreo. Una cosa è crederlo, altra cosa è ignorare che esistono altre opzioni interpretative che, di fatto, danno un significato diverso agli stessi dati che sembrano affermarlo. Da questo sorge la necessità di ampliare i propri orizzonti, consapevoli che altri cristiani, ugualmente fondati sulla Bibbia come inerrante Parola di Dio, leggono gli stessi dati giungendo a diverse e dimostrabili conclusioni: che non vi sarà alcun regno terreno millenario di quella natura.

Non bisogna permettere alle proprie persuasioni sul millennio che assumano uno sproporzionato grado di importanza. Dobbiamo rammentarci che il millennio è menzionato per nome in un solo testo biblico. Di qualunque estensione siano le vostre persuasioni sull'argomento, accertatevi che esse siano semplicemente una piccola parte della ben più vasta teologia biblica.

LE MAGGIORI CONCEZIONI SUL MILLENNIO

  • Premillennarismo storico. Crede in un regno millenniale terreste stabilito dopo il ritorno di Cristo che che include tutto il popolo di Dio, sia giudei che gentili.
  • Premillenarismo dispensazionale. Crede in un regno millenniale terrestre stabilito dopo il ritorno di Cristo in cui Cristo governa sulla ristabilita teocrazia di Israele.
  • Postmillennialismo. Crede che il millennio sarà il tempo del trionfo dell’Evangelo, una sostanziale cristianizzazione del mondo, prima del ritorno di Cristo. Il millennio è o coestensivo con l’era presente o che inizi in qualche momento dell’era presente.
  • Amillennialismo. Crede che il millennio di Apocalisse 20 sia il regno celeste presente di Cristo e dei santi, estendendosi dal tempo della prima venuta di Cristo fino a poco prima della Sya seconda venuta. Bisogna notare che pure i postmillennialisti convengono con questa concezione.

Considerazioni interpretative globali

Interpretare ciò che è oscuro alla luce di quel ch’è chiaro. Uno dei principi di base dell’interpretazione biblica è che brani oscuri della Bibbia dovrebbero essere interpretati alla luce dei brani chiari della Scrittura, non l’opposto. Al riguardo dell’escatologia, noi dovremmo trovare ciò che la Bibbia insegna con chiarezza relativa sulla fine dei tempi e poi cercare di trovare come possano essere compresi testi più difficili alla luce dei più chiari. Contrariamente a quanto molti sembrano credere, l’escatologia biblica è relativamente semplice. Quest’età è caratterizzata dall’inaugurazione, il parziale adempimento del regno di Dio. L’età a venire sarà caratterizzata dalla consumazione, il completo adempimento del regno di Dio. La chiara testimonianza delle Scritture sembra che, dopo l’era presente, l’unica maggiore epoca sarà lo stato finale. I premillenaristi (e forse alcuni post-millenaristi) vorrebbero che noi credessimo esistere un “regno intermedio”, un regno millenniale non identificabile né con l’età presente né con quella futura e che la base di questo “regno intermedio” si trovi in Apocalisse 20:1-6. Rispondiamo dicendo che chiederci di credere nell’esistenza di un altro periodo o dispensazione quasi esclusivamente sulla base di un testo molto discusso, vuol dire chiederci troppo. A nostro giudiziom è molto più ragionevole presumere la struttura semplice di età presente /età a venire, e poi chiedersi se vi sia una maniera plausibile in cui può essere compreso in questa struttura il millennio di Apocalisse 20. Concezione ricapitolazionista della rivelazione (parallelismo progressivo). Questa concezione della< struttura del libro, sostiene che l’Apocalisse consista in un certo numero di sezioni cronologicamente parallela l’una all’altra, cioè che tutte le sezioni descrivono avvenimenti da porsi fra la prima e la seconda venuta di Cristo. In particolare, questa concezione sostiene che il capitolo 20 inizia una nuova sezione e che quindi gli avvenimenti descritti in questa sezione verosimilmente hanno a che fare con la prima venuta di Cristo contrapposta alla Sua seconda venuta. Variazioni a questa concezione sono state sostenute da rispettati teologi riformati come Anthony Hoekema, Herman Bavinck, Abraham Kuyper, Louis Berkhof, William Hendricksen, B. B. Warfield, Geerhardus Vos e Meredith Kline, tanto per citarne solo alcuni. Un’interpretazione amillenniale di Rivelazione 20:1-8

Introduzione di una Nuova Visione

La frase introduttiva “Poi vidi” non indicano che Giovanni stia avendo una visione di avvenimenti temporalmente susseguenti a quelli dei precedenti 19 capitoli. Si tratta, al contrario, semplicemente di una nuova visione e, secondo la prospettiva di Ricapitolazione, è una visione di avvenimenti che non sono limitati al ritorno di Cristo.

L’incatenamento di Satana - Satana gettato nell’abisso. La sconfitta di Satana e la riduzione della sua influenza, è descritta in due modi: egli è gettato nell’Abisso e viene legato. Ciò che questo possa significare deve essere definito dal contesto. Questa non è la descrizione del destino finale di Satana, il lago di fuoco (cfr. 10, 14-15). Al contrario, è una descrizione simbolica di come l’influenza di Satana sia contenuta durante mille anni. Specificatamente, l’effetto dell’incatenamento di Satana, del suo essere gettato in un abisso, è che egli non sia più in grado di sedurre le nazioni (v. 3); questa è la definizione dell’incatenamento che di fatto è data nel testo. Si tratta così di un riferimento al colpo inferto al potere di Satana come risultato dell’opera di Cristo. In Matteo 12:29[1] viene usato il linguaggio del “legare” in riferimento all’arrivo del Regno di Dio e la sconfitta decisiva di Satana in connessione con l’opera di Cristo. Allo stesso modo, il ministero e l’opera di Cristo sono descritte come quelle che comportano la sconfitta decisiva di Satana (Luca 10:17-18; Giovanni 12:31-32; Colossesi 2:15)[2].

Satana, così, è correntemente nell’Abisso, egli è attualmente legato. Questo non significa che Satana non sia attivo in molti altri modi. Di tutto cuore noi crediamo che Satana tenti le persone e che egli vada attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare (1 Pietro 5:8). Al riguardo, però, della sua seduzione che egli faceva delle nazioni, egli è legato. In positivo, l’incatenamento di di Satana coincide con il progresso ed il trionfo dell’Evangelo fra le nazioni. Di conseguenza, questo è un grande testo missionario, che incoraggia dà incoraggiamento e fiducia che la proclamazione dell’Evangelo avrà frutto.

E’ interessante e significativo notare che questo incatenamento di Satana e dell’essere gettato nell’Abisso, trova un parallelo in Apocalisse 12:1-14[3]. Qui Satata è scagliato sulla terra, dopo essere stato decisamente sconfitto da Cristo. In Apocalisse 20, però, questa sconfitta decisiva non significa che Satana sia totalmente inattivo. Lungi da questo, è un tempo di persecuzione del popolo di Dio.

I mille anni. Il periodo di tempo in cui Satana sarà legato e nell’Abisso (e durante il quale i martiri regnano con Cristo) è indicato come mille anni. Nella Bibbia i numeri sono frequentemente simbolici. Sarebbe naturale aspettarsi che in questo libro, di fatto quello più simbolico di tutta la Bibbia, ci si possa aspettare molti numeri simbolici. “Dieci” è un numero di completezza. Mille è dieci al cubo. Suggeriamo quindi che i “mille anni” siano un lungo periodo di tempo di lunghezza indeterminata che rappresenta nella sua pienezza l’età attuale.

I troni celesti. Questo descrive l’attuale regno celeste con Cristo dei credenti deceduti, particolarmente coloro che sono stati martirizzati a causa della loro fede.

La prima risurrezione. E’ detto dei martiri (descritti nella prima parte del versetto 4) che essi “tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni” (v. 4). Poi, dopo un commento tra parentesi su “gli altri morti” nel vers. 5a, il loro “venire alla vita” è descritto come “prima risurrezione”. Da rilevare prima di tutto come non si tratta tanto di un “ritornare” alla vita, ma di un “venire” alla vita, dato che non c’è nulla nel verbo originale che indichi una reiterazione. A prima vista questo potrebbe sembrare un riferimento alla risurrezione del corpo, dando così un supporto alla pretesa premillenarista che vi siano almeno due risurrezioni con un regno millenniale in mezzo. La Bibbia, però, non insegna che una sola risurrezione generale sia dei giusti come degli ingiusti (Giovanni 5:28-29), e questo non è descritto se non fino ai vv. 11-13. Al contrario, suggeriamo come questo “venire alla vita”, chiamato pure “prima risurrezione”, descriva la morte del cristiano. In modo meravigliosamente ironico, per il cristiano la morte è un “venire alla vita”, “morire è guadagno”[4]. Immediatamente dopo la morte il credente godrà di una risurrezione spirituale[5].

Il resto dei morti. Questo riferimento al vers. 5 è ai morti nell’incredulità. Se, come crediamo, l’interpretazione, data più sopra, del “venire alla vita” è corretta, perché il testo dice: “Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi”? Forse che quel “prima che” o “finché” implica che al termine dei mille anni il resto dei morti tornerà in vita e forse che questo fatto non invalida la nostra tesi che la prima risurrezione si riferisca ad una risurrezione di carattere spirituale? Potrebbe sembrarlo. L’uso che la Scrittura fa del “finché”, però, non implica necessariamente che una condizione che sia prevalsa fino a quel punto in seguito cambia[6]. In altre parole, il resto dei morti non verrà mai alla vita nel senso del vers. 4.

La seconda morte. Questa frase si riferisce allo stagno di fuoco, il castigo eterno, che non ha potere alcuno sul credente.

Lo scioglimento di Satana. Alla fine dei mille anni, Satana “sarà sciolto dalla sua prigione” (vv. 3,7). Questo avverrà poco prima del ritorno di Cristo. Una volta che Satana sia messo in libertà, egli potrà sedurre le nazioni (v. 8). Questo coincide con un’apostasia finale, con una diffusa malvagità e con il regno dell’uomo del peccato.

Note

  • [1] “Come può uno entrare nella casa dell'uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l'uomo forte? Allora soltanto gli saccheggerà la casa” (Matteo 12:29).
  • [2] http://goo.gl/CweAp
  • [3] http://goo.gl/5hQfs
  • [4] “Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21).
  • [5] Per una difesa persuasiva di questa concezione, vedasi Meredith G. Kline "The First Resurrection" Westminster Theological Journal 37:3 (Spring 1975) 366-75.
  • [6] Cf. Matteo 24:38; Atti 23:1; 26:22; Romani. 5:13a; 8:22; 1 Corinzi 4:11; Apocalisse. 2:26, cfr. http://goo.gl/91qKe

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