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L’Amillennialismo riformato - Apocalisse 20

Prof. David J. Engelsma

Il nome con il quale si contraddistingue la concezione caratteristica dell’apocalittica nella teologia riformata è “amillennialismo”. Questo nome deriva dal ventesimo capitolo dell’Apocalisse. Per sei volte dai versetti 1-7 si fa riferimento ad un periodo di “mille anni”. Un angelo “lega Satana” per “mille anni” (vv. 1, 2). Ne risulta che Satana non possa più sedurre le nazioni per “mille anni” (v. 3). Giovanni vede certe anime tornare in vita e regnare con Cristo per “mille anni” (vv. 4, 6), Gli “altri morti” non tornarono in vita “prima che i mille anni fossero trascorsi”. Satana, così, viene sciolto, seduce le nazioni per fare guerra contro i santi (vv. 7-9).

Il termine “amillennialismo” è formato dalla particella privativa “a-” (senza) e “millenialismo” (la concezione che contempla mille anni letterali), da cui “amillennialismo” è la concezione che rifiuta di prendere alla lettera il significato dei “mille anni” menzionati in Apocalisse 20, ma come una descrizione figurativa dell’intero periodo che va dall’Ascensione di Cristo fino a poco prima il Suo ritorno. Durante questo periodo vi sono due importanti avvenimenti: uno avviene nell’abisso: Satana è legato. L’altro avviene in cielo: i martiri vivono e regnano con Cristo.

L’errore del millenarismo

La questione del millennio, menzionata solo in Apocalisse 20, è giunta, nell’escatologia (la “dottrina delle ultime cose”) a suscitare molta più attenzione di quello che la Scrittura sembrerebbe suggerire. Il periodo di mille anni non è che una delle caratteristiche della rivelazione al termine del libro dell’Apocalisse. La ragione per la quale quest’argomento riceve così tanta attenzione, e deve ricevere tanta attenzione, sono i seri errori dottrinali che hanno accompagnato certe interpretazioni del millennio in Apocalisse 20.

Da un lato, vi è la grave eresia che incanta moltitudini di presunti evangelici e fondamentalisti e che li induce ad attendersi un regno carnale dei Giudei in Palestina, preceduto da un “rapimento” segreto della chiesa. Questa bizzarra dottrina comporta la negazione dell’unità fra l’Israele dell’Antico Testamento e la chiesa del Nuovo Testamento, il rifiuto dell’unità del Patto di Grazia, l’opposizione al pedobattismo, e l’abbracciare la temibile dottrina e pratica dell’antinomismo (una vita che, con il pretesto della grazia, non si ritiene vincolata alla Legge di Dio e quindi giustifica comportamenti immorali).

Dall’altro lato, vi si tollera, quando non si promuove, da parte di alcuni circoli riformati e presbiteriani, del serio errore che trova in Apocalisse 20 la base per aspettarsi un regno carnale di Cristo che sarà vittorioso secondo i criteri di questo mondo. Questo errore, conosciuto come post-millennialismo (dato che pospone la venuta di Cristo al termine della futura e terrena età dell’oro) trova in questo capitolo il mandato di impegnare la chiesa a “cristianizzare” questo mondo. Ogni chiesa che respinge questo mandato viene così severamente criticata, se non condannata di tutto cuore.

L’effetto di questa interpretazione di Apocalisse 20 è la radicale e totale ricostruzione dell’escatologia riformata. Essa inevitabilmente porta ad ignorare segni del ritorno di Cristo, a negare che nel futuro di questo mondo vi sarà abbondante immoralità, che non dovremmo aspettarci una grande apostasia, che i santi non dovrebbero prepararsi per l’avvento dell’Anticristo e per una grande tribolazione. E’ soprattutto a causa di questi errori millenaristi che riformati e presbiteriani devono essere molto bene in chiaro sul significato di Apocalisse 20.

Il Significato di Apocalisse 20

L’espressione “mille anni” è una descrizione simbolica dell’intera era del Nuovo Patto. Il numero 1000 è un numero simbolico che risulta dalla moltiplicazione del numero 10. Nella Bibbia 10 è il numero della completezza. La natura simbolica del periodo di “mille anni” è in armonia con il carattere simbolico del libro dell’Apocalisse, vale a dire, la rappresentazione di Satana come del “gran dragone” (Apocalisse 12). Esso è pure in armonia con il carattere ovviamente figurativo del legare Satana con una grande catena. Apocalisse 20, inoltre, è una visione (“Poi vidi” vv. 1-4), non una constatazione storica.

Il legare Satana rappresenta il sovrano controllo e limitazione del potere del diavolo da parte del Signore Gesù, che gli impedisce di sedurre completamente le nazioni. Durante l’era presente, Satana non riuscirà ad unire le nazioni sotto l’Anticristo. Questa limitazione, impedimento, è collegato al trattenere, ritenere, impedire di 2 Tessalonicesi 2:6-7[1] che ci assicura che l’uomo del peccato, L’Empio (o l’iniquo, v. 8) verrà rivelato a tempo opportuno (“a suo tempo”, “nella sua ora” v. 6).

Tutt’attraverso la stessa era, i martiri - “quelli che erano stati decapitati per la testimonianza e di Gesù e per la parola di Dio” ( v. 4) vivono e regnano in cielo con Cristo. La visione dei troni in Apocalisse 20:4-6 si riferisce a ciò che la teologia chiama “lo stato intermedio”, vale a dire la vita e la gloria dei santi eletti alla morte e fino al ritorno di Cristo.

Un testo chiaro

Giovanni vede “le anime” che siedono sui troni. Precedentemente, in Apocalisse 6:9 l’apostolo parla delle anime dei martiri “sotto l’altare” in cielo. Quelle anime in cielo sono distinte da “quelli che abitano sopra la terra” (V. 10). Le “anime” di Apocalisse 20:4-6 sono coloro che erano stati decapitati per aver fedelmente confessato Cristo durante le persecuzioni anti-cristiane tutt’attraverso il tempo presente. All’istante della loro morte, l’anima dei santi martiri è portata con Cristo in cielo dove regnano con Cristo.

Il vivere con Cristo in cielo dell’anima all’istante della morte fisica è “la prima risurrezione” (v. 5). I post-millenaristi sostengono che quel vivere e regnare in cielo non possa riferirsi allo stato intermedio perché la vita dell’anima alla morte non potrebbe essere chiamata risurrezione. J. Marcellus Kik, il cui commentario su Apocalisse 20 è stato molto influente fra i post-millenaristi, scrive: “Il fatto stesso che Apocalisse 20 parli di risurrezione, è tale da eliminare l’interpretazione che questo capitolo parli dello stato intermedio dell’anima”[2].

Il “ricostruzionista cristiano” David Chilton scrive: “Possiamo liberarci subito della posizione amillenarista rilevando l’ovvio: si tratta di una risurrezione, di un risorgere dai morti”. Morire e andare in Cielo è meraviglioso ma, per quanto comporti molti benefici, non si tratta di una risurrezione. Questo brano non può essere una descrizione della condizione dei santi in Cielo priva di corpo”[3].

I post-millenaristi sono in errore

L’assunzione dell’anima dei credenti in Cielo è indubbiamente una risurrezione. Vi è un atto del Cristo risorto sull’anima all’istante della morte, che la purifica da ogni peccato trasformandola da un’anima adatta alla vita terrena ad un’anima adatta alla vita celeste. Vi deve essere una risurrezione dell’anima da parte di Cristo, se l’anima deve stare con Cristo in Cielo. Le anime, alla morte, non volano in Cielo automaticamente. Il Catechismo di Heidelberg parla del risorgere dell’anima dei credenti alla morte nella domanda 57: D. Quale consolazione ti dona «la risurrezione della carne»?

R. Che, dopo questa vita, non solo la mia anima sarà subito condotta verso Cristo, il suo capo, ma che anche la mia carne sarà risuscitata dalla potenza di Cristo e riunita nuovamente con la mia anima e diventerà conforme al corpo glorioso di Cristo. I santi sono condotti in Cielo attraverso una risurrezione, e solo attraverso una risurrezione. Vi sono due fasi. La prima è la risurrezione dell’anima. Questa è la risurrezione di cui parla Apocalisse 20:5. La seconda è la risurrezione del corpo, implicata dalla prima risurrezione in Apocalisse 20:5.

Allo stesso modo, la prima morte degli empi reprobi è da parte loro il soffrire nella loro anima dell’ira di Dio nel momento della loro morte fisica. La seconda morte sarà il loro soffrire l’ira di Dio all’inferno nell’anima e nel corpo dopo il giudizio finale (vedi Apocalisse 20:6,14)[4].

Al termine dei mille anni, Satana verrà sciolto per un po’ di tempo (vv. 3, 7). Colui che “trattiene” o “impedisce”, sarà “tolto di mezzo” (2 Tessalonicesi 2:7). Questo mette in grado Satana di stabilire in terra il suo regno sotto l’Anticristo. Ne risulta l’attacco finale a piene forze contro la chiesa ed i suoi membri viventi e fedeli (“il campo dei santi”). La “città diletta” rappresenta la chiesa. I “santi” sono tutti coloro che lo Spirito di Cristo ha santificato attraverso la fede in Cristo.

Dopo un breve tempo di intensa persecuzione della chiesa - la “grande tribolazione” di Matteo 24:21 e il “tempo di angoscia” di Daniele 12:1 - fuoco dal Cielo divorerà gli empi nella seconda venuta di Cristo (cfr. 2 Tessalonicesi 1:6-10).

Ne seguirà subito il Giudizio finale e la condizione eterna, il paradiso e l’inferno (Apocalisse 20:1ss).

La spiegazione del post-millenarismo

La spiegazione post-millenarista di questo brano, per sostenere la vittoria fisica del regno terreno di Cristo nella storia, è errata. La spiegazione di J. Marcellus Kik, adottata dalla maggior parte del “Ricostruzionismo cristiano”, è un esempio di interpretazione errata. Il regno dei santi è collocato sulla terra, come se l’apostolo non avesse mai parlato di “anime”, indubbiamente di “anime” che erano state “decapitate”. Anime decapitate non vivono e regnano sulla terra. B. B. Warfield, lui stesso un post-millenarista, riconosce come “anime senza corpo” non regnano con Cristo sulla terra. Correttamente egli ne conclude che Apocalisse 20:4 ci dà “l’immagine dello stato intermediio”[5]. L’interpretazione post-millenarista suppone che l’atto di condurre in Cielo le anime dei cristiani alla loro morte, da parte di Cristo, non sia risurrezione quando, di fatto, sono una risurrezione può traslare nella santità del Cielo anime peccatrici I post-millenaristi negano che lo stato intermedio implichi una risurrezione nonostante la testimonianza esplicita di Apocalisse 20, che la vita in Cielo delle anime di coloro che erano stati decapitati sia la prima risurrezione.

I post-millenaristi dei “ricostruzionisti cristiani” che seguono l’interpretazione del Kik sono persino in errore sul quanto il testo dice a proposito del “legare” Satana. Kik spiega questo “legare” come il limitare, contenere, ritenere Satana dall’avere “completo controllo sulle nazioni del mondo”. E’ ovvio che Satana non sia un sovrano onnipotente. Solo il Dio Trino è onnipotente. Satana, però, controlla le nazioni del mondo per quanto riguarda la loro condizione spirituale. La Scrittura lo chiama “il dio di questo mondo”[6]. La Scrittura prova che per 1900 e più anni Satana abbia governato la vita spirituale e morale delle nazioni.

Il “legare” Satana è la sua contenzione al seguente riguardo: egli non può stabilire il regno dell’Anticristo, gli è impedito. Questo è inaccettabile per il post-millenarismo, dato che esso ha deciso che l’Anticristo sia una cosa del passato, essendo stato adempiuto nell’impero romano dal 66 al 313 A. D. circa.

Kik è pure in errore quando spiega che Satana venga legato dall’azione della chiesa. La chiesa avrebbe “la grande catena in mano”. Essa potrebbe quasi completamente “contenere la sua influenza sulle nazioni”. Sarebbe colpa della chiesa che i demoni abbiano nel mondo così tanta influenza. Se solo la chiesa desse ascolto ai “ricostruzionisti cristiani” e si esercitasse per dominare la terra, Satana sarebbe legato[7]. Questo è ovviamente falso. L’angelo che lega Satana non è la chiesa ma il servitore del Cristo asceso al cielo. Cristo ha legato Satana. La spiegazione che ne fa il Kik è una negazione che Satana sia di fatto ora legato, ritenuto. Dato che la chiesa non avrebbe fatto il suo dovere di esercitare dominio, Satana non sarebbe ancora legato. Il testo, però, dice che Satana è stato legato, “lo legò per mille anni” (Apocalisse 20:2).

Apocalisse 20 contro i post-millenaristi

Apocalisse 20 non può essere usato per sostenere le posizioni dei post-millenaristi. Di fatto esso le confuta. I santi non conseguono una vittoria terrena nel mondo, ma nel mondo soffrono e sono decapitati. La storia non verrà a finire con il trionfo terreno della chiesa. Al contrario, Satana sarà sciolto ed orde di empi attaccheranno la chiesa ed i santi.

La speranza del popolo di Dio non è un regno carnale sulla terra, ma il nostro vivere e regnare con Cristo in Cielo alla morte. Questa speranza, con la speranza che l’accompagna della risurrezione corporea nel Giorno di Cristo, non rende passivi gli amillenaristi riformati sulla terra. Al contrario, proprio perché siamo assicurati che il peggio che il nemico possa fare è farci condurre in cielo a sedere sui “troni”, siamo incoraggiati ad essere fedeli e diligenti nella nostra confessione della Parola di Dio. Questa è la vocazione della chiesa nel mondo. E questa è la preparazione per la “piccola stagione” che sta di fronte alla chiesa, lo scatenamento di Satana.

Note

[1] “Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo” (2 Tessalonicesi 2:6-7). [2] An Eschatology of Victory, Presbyterian and Reformed, p.230. [3] Paradise Restored: A Biblical Theology of Dominion, Reconstruction Press, p.196. [4] “Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni … Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco” (Apocalisse 20:6,14). [5] “The Millennium and the Apocalypse,” in Biblical Doctrines, Banner of Truth, pp. 648, 649. [6] “...per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio” (2 Corinzi 4:4). [7] Cfr. Eschatology, p.196.

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