Accountability/Accountability01

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1. La rendicontazione e l’assunzione di responsabilità

L’apostolo Paolo ammonisce la comunità cristiana contro i pericoli del giudicarsi l’uno con l’altro al riguardo di pratiche dubbie o discutibili, laddove un cristiano è di un’opinione ed un altro di un’opinione differente, Egli, poi, conclude questa porzione del suo scritto rammentando che ogni cristiano dovrà rendere conto di sé stesso davanti al tribunale di Dio. Egli scrive:

“Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio; infatti sta scritto: «Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio». Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Romani 14:10-12).

La dura realtà delle Scritture è che tutti, cristiani e non cristiani, di fronte alla sovranità di Dio. sono responsabili per sé stessi (vedi Romani 3:9-19) ed un giorno dovranno piegare le ginocchia di fronte a Cristo (Filippesi 2:9-11). Gesù disse: “A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà” (Luva 12:48 b). Molti respingono questa dichiarazione delle Scritture con ogni sorta di razionalizzazioni umane e pregiudizi, ma il rifiuto di ammetterlo non altera il fatto che dovremo rendere conto di noi stessi, che siamo responsabili per noi stessi.

Gesù insegna esplicitamente che verrà un giorno del giudizio dove ciascuno dovrà rendere conto di sé stesso. Per esempio, nel contesto dove i Farisei avevano parlato male di Gesù attribuendo i Suoi miracoli a Satana, Gesù li condanna come una razza di vipere che non potevano mai dire nulla di buono dato che il loro cuore era malvagio. Egli procede poi a rilevare come ciascuna persona sia responsabile per tutte le sue parole ed azioni, che la condanneranno o la assolveranno nel giorno del giudizio. In Matteo 12:36 Egli dice: “Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio”.

Purtroppo, però, l’essere umano è un ribelle che vuole farsi solo gli affari propri senza dovere rendere conto delle sue azioni, se non in minima parte, ad alcuno. Dalla Caduta dell’essere umano (Genesi 3) in poi, è stato sempre così. Oggigiorno riscontriamo come vi sia il fenomeno di una generalizzata ribellione ad ogni forma di autorità (religiosa o secolare, sociale o politica) Questa triste realtà ha colorato le credenze e le azioni della società umana ormai in tutto il mondo. Senza il senso di responsabilità verso un Dio sovrano, il mondo non può che precipitare nel caos di comportamenti attuati con sempre meno scrupoli e nella tirannia politica. Quando Dio o non esiste nelle proprie persuasioni o quando si distorce la verità su Dio dipingendolo a nostra immagine, moralmente parlando tutto diventa ammissibile.

Viviamo oggi in un tempo che, dopo aver fondamentalmente respinto gli assoluti ed i chiari insegnamenti della Scrittura, è l’essere umano che vorrebbe chiamare Dio a rendere conto di Sé stesso davanti a noi, e questo per il nostro conforto e piacere! La gente, così, non solo fa ciò che è giusto ai propri occhi,. ma l’atteggiamento prevalente diventa: “Fa quello che ritieni meglio: sei solo responsabile verso te stesso e verso la realizzazione di te stesso”. Questo è un scivolamento dalla prospettiva teocentrica alla prospettiva antropocentrica. E’ solo parte del tentativo umano di liberarsi da qualsiasi senso di responsabilità personale verso Dio. La realtà è che quando si ignora che siamo responsabili per noi stessi davanti a Dio e gli altri, diventiamo vulnerabili alla fredda miseria della schiavitù ed eventualmente alle minacce di un dittatore.

La responsabilità personale di fronte a Dio e l’uno verso l’altro secondo le direttive della Scrittura è fondamento della nostra libertà.

Dove sta, però, la vera libertà, e quale ne è la fonte? Libertà non è il diritto di fare quel che ci pare e piace come un bambino viziato e capriccioso. Significa certamente la capacità di fare delle scelte, ma non fino al punto di essere privi di senso di responsabilità. Libertà significa sia la responsabilità e la capacità, per grazia di Dio, di fare ciò che è giusto secondo i criteri assoluti e giusti di verità come ci sono stati dati da Dio nella Sua santa Parola. Molti considerano la libertà come il diritto di abbandonare ogni senso di responsabilità verso Dio e gli uomini al fine di fare ciò che più ci piace nella promozione dell’auto-gratificazione.

Parlando di falsi maestri che o torcono le Scritture per servire ai loro obiettivi di servire sé stessi o per negare del tutto l’autorità, Pietro scrive: “...promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto” (2 Pietro 2:19). La propria concezione del mondo comporta sempre delle conseguenze. E’ come un treno che è libero di fare ciò che era stato creato per fare fintanto che rimane sui suoi binari.

La responsabilizzazione è uno dei mezzi che Dio usa per produrre solida crescita e maturità nell’ambito della libertà per la quale Dio ci ha creato. Come abbiamo però evidenziato, il problema è che noi viviamo in una società che è diventata sempre più individualistica. L’atteggiamento prevalente è “sii te stesso”, “fa quello che ritieni più opportuno”, “Sii padrone di te stesso”, e tutto questo a spese della responsabilità che abbiamo verso Dio e verso gli altri. La Bibbia non nega in alcun modo il nostro individualismo. Di fatto lo promuove, ma in modo da renderci responsabili verso gli altri. Un giusto individualismo conduce ad una certa quantità di inventività e libertà, ma può generare licenziosità e irresponsabilità senza che noi pensiamo di dover rendere conto di noi stessi. Il fatto è che senza senso di responsabilità non si potranno mai “fare discepoli” o produrre cristiani “in via di sviluppo”, cristiani “in crescita” e maturi senza il senso di responsabilità del dover rendere conto di noi stessi.

La vera libertà, lo ripetiamo, non è la possibilità di fare quel che ci pare e piace, il che è solo licenziosità, ma il potere, la capacità, per grazia di Dio, di fare ciò che si deve. Che cosa significa, però, responsabilizzazione?

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